L’assetto dell’Europa dopo il Congresso: parte II

Uno degli argomenti più importanti e di difficile risoluzione all’interno delle trattative viennesi fu la spartizione dei territori polacchi, con la Polonia che, nonostante la difesa che ne assunse l’Inghilterra, fu la vittima illustre del Congresso. La speranza d’indipendenza e d’autonomia cadde ben presto. La corona del regno di Polonia fu assunta dallo zar, le terre della Slesia passarono agli Hohenzollern, quelle della Galizia agli Asburgo, mentre la repubblica di Cracovia ebbe uno statuto particolare: Cracovia, al centro di grandi vie di commercio, era stata dal XIV al XVI secolo la capitale del regno di Polonia ed aveva conosciuto, nel Cinquecento, un ammirevole rigoglio culturale ed artistico; nel 1795 era caduta sotto il dominio austriaco, e nell’età napoleonica divenne parte del ducato di Varsavia; tra il 1815 e il 1846 fu costituita in repubblica nominalmente indipendente, ma sempre soggetta alle mire degli Asburgo che, dopo la rivoluzione del ’48, tornarono ad annetterla ai loro domini.

L’impero asburgico, per l’appunto, accentuò il suo carattere multietnico e la sua centralità nei confronti del mondo germanico, di quello slavo e di quello mediterraneo. Il possesso della Galizia consolidò l’area danubiana e boema; l’abbandono di alcuni vecchi domini nella Germania occidentale fu compensato dall’egemonia sulla Valle padana e sull’Adriatico. In Italia, agli antichi possedimenti lombardi si aggiunsero i territori ex veneti e dalmati. Fu costituito il regno del Lombardo-Veneto, retto da un viceré austriaco, in modo da porre sotto controllo anche qui eventuali minacce di espansione francese.

L’Inghilterra uscì rafforzata dal Congresso. Manteneva nel Mediterraneo le posizioni strategiche di Gibilterra e di Malta, cui si aggiungevano le isole Ionie, costituite in repubblica indipendente e poste sotto la sua protezione. Nel Nord germanico, l’Inghilterra otteneva soprattutto la preziosa sovranità del regno di Hannover, come anche altri possedimenti strappati alla Danimarca. Delle colonie tolte ai Francesi e ai loro alleati l’Inghilterra conservò Trinidad in America, Ceylon in Asia, l’insediamento del Capo di Buona Speranza in Africa, nonché alcune delle Antille francesi.

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