La Terza Battaglia di Ypres

31 luglio 1917, Prima guerra mondiale: inizia la Terza battaglia di Ypres (Passchendaele).

Parte del Fronte Occidentale della Prima guerra mondiale, la battaglia fu combattuta tra i Britannici e i loro alleati contro l’Impero tedesco.

Il 1° Maggio del 1917 Douglas Haig (Edimburgo, 19 giugno 1861 – Londra, 28 gennaio 1928), generale britannico comandante durante la Prima guerra mondiale della British Expeditionary Force (BEF), scrisse al ministero della Guerra proponendo un attacco in forze dal saliente di Ypres. In combinazione con uno sbarco anfibio a Ostenda e una totale cooperazione francese, un attacco simile avrebbe assicurato i porti della Fiandre, da cui si riteneva che prendessero le mosse gli incursori di superficie e i sottomarini tedeschi, e sarebbe potuto arrivare a scompaginare l’intero Fronte Settentrionale tedesco. La voglia di arrivare il prima possibile alla vittoria finale convinse David Lloyd George (Chorlton-on-Medlock, 17 gennaio 1863 – Llanystumdwy, 26 marzo 1945), Primo Ministro del Regno Unito, ad appoggiare Haig.

Haig era intimamente convinto che i tedeschi soffrissero di carenze di scorte e fossero dunque vicini al collasso. La Terza battaglia di Ypres si svolse in tre atti, con un antefatto memorabile prima ancora dell’inizio delle ostilità. L’antefatto fu la presa della cresta di Messines da parte della 2ª Armata di Plumer, che fu tra i migliori comandanti anziani britannici della guerra. L’operazione riuscì, ma per l’inizio vero e proprio della battaglia si dovettero attendere ancora 53 giorni, in quanto il ministero della Guerra nutriva ancora dei dubbi sulla campagna della Fiandre ed era incerto se mandare invece le truppe inglesi in Italia. Il piano di Haig ricevette l’appoggio solamente il 25 luglio 1917.

Il piano prevedeva che la 5ª Armata conquistasse un nodo ferroviario, situato 25 chilometri dietro le linee nemiche, in otto giorni: la 4ª Armata del generale britannico Rawlinson, più i francesi, doveva attaccare lungo la costa; la 2ª Armata di Plumer doveva spostarsi a nord-est dal saliente e prendere il lungo crinale che andava dal villaggio di Passchendaele a nord verso Staden. Il primo obiettivo per la 5ª Armata era invece Pilckem, una collinetta al di là delle linee britanniche.

Il 31 luglio, giorno dell’attacco iniziale, pioveva. Il bombardamento perpetrato nelle due settimane precedenti aveva inoltre distrutto il sistema di drenaggio delle acque, così che il campo di battaglia era un pantano prima ancora che i combattimenti avessero inizio. Uno dei maggiori specialisti tedeschi di strategie difensive sin dal 1915, il colonnello Fritz von Lossberg, organizzò un nuovo sistema di difesa in profondità, che comprendeva bunker di calcestruzzo e unità speciali di contrattacco che colpivano quando gli inglesi erano allo stremo. Alla fine del primo atto, gli inglesi avevano perso nel fango 64 mila uomini e 3 mila ufficiali e, rispetto a quanto programmato, non avevano guadagnato nulla.

Il secondo atto vide in scena Plumer con le truppe neozelandesi in prima linea; obiettivo principale una serie di creste sul versante nord-orientale del saliente. Sarebbe stata un’avanzata prudente, coperta da un fuoco di sbarramento devastante. Haig assegnò all’operazione 1300 tra cannoni e obici, una bocca da fuoco ogni 4-5 chilometri di fronte. La cresta di Passchendaele fu infine conquistata grazie a tre manovre di sfondamento.

Il terzo atto si sviluppò intorno alla conquista del villaggio di Passchendaele. Tornò la pioggia, che trasformò nuovamente il campo in un pantano senza fondo. Gli uomini erano stremati, da una parte e dall’altra. La resistenza della 4ª armata tedesca, il tempo insolitamente piovoso, l’arrivo dell’inverno e altri fattori permisero ai tedeschi di evitare una ritirata generale, che in ottobre era apparsa quasi inevitabile. Ebbe poi grande importanza la disfatta di Caporetto delle truppe italiane, che costrinse i britannici e i francesi a inviare divisioni di rinforzo per evitare che l’Italia fosse costretta a uscire dal conflitto, e di conseguenza il fronte di Ypres ne risentì. La campagna terminò in novembre, quando le truppe canadesi catturarono Passchendaele.

La storia ufficiale britannica parla di 245 mila vittime tra morti e feriti. Nell’agosto del 1918 lo Stato maggiore fornì al ministero della Guerra una cifra attorno ai 265 mila, mentre Liddel Hart, famoso storico della guerra, fece una stima di 300 mila. Haig aveva perso tre uomini ogni due dei tedeschi. La Terza Battaglia di Ypres fu un fallimento anche dal punto di vista morale. Ancora oggi, quando la memoria popolare inglese sostiene che i generali britannici siano troppo stupidi per guardare che tempo che fa, o parla di soldati predestinati che vanno incontro a una morte umiliante e anonima, è spesso a Passchendaele che fa riferimento.

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