La staticità del mondo contadino inglese

Come affrontò il mondo contadino il periodo di riforme che vide protagonista l’Inghilterra?

L’Inghilterra degli anni ’30 e ’40 vide la nascita di una classe operaia rinnovata, sempre più consapevole della propria forza e della propria coscienza, in grado di elaborare strategie economiche e politiche. Questo mentre il governo stava avviando un’importante stagione di riforme. Tuttavia, a ben guardare, non tutti beneficiarono di questo indirizzo volto al cambiamento radicale. Il mondo delle campagne, infatti, rivelò una notevole resistenza alla mutevolezza.

“Il vecchio villaggio inglese ci mise a morire più tempo che le città industriali a nascere; e i primi anni del XIX secolo furono contrassegnati da una serie di proteste sociali che denotavano l’ostinazione con cui il vecchio contadiname inglese resisteva al nuovo e si abbarbicava ai vecchi modi di vivere”. Le cause che portarono alla nascita dei diversi tumulti rurali furono diverse: le decime, gli affitti, i salari, il pauperismo e la povertà, la crisi dell’agricoltura, le leggi sulla caccia e la pesca di frodo, le agitazioni radicali: ma la matrice comune delle rivolte che negli anni ’30 e ’40 sconvolsero le campagne inglesi è riconducibile alla risoluta determinazione di opporsi alla trasformazione dei vecchi legami di villaggio.

Nella rivolta delle contee meridionali del 1830, che rappresentò il momento più aspro di questo scontro, le rivendicazioni salariali si mescolavano alla distribuzione delle macchine e alla richiesta di riduzione delle decime e degli affitti. Le agitazioni in quel contesto seguivano schemi quasi rituali, coinvolgendo non solo i salariati agricoli, ma anche fabbri, carpentieri, artigiani e uomini che godevano di una condizione di vita superiore alla media. Fu, questa, una durissima lotta (come testimonia l’impressionante numero di condannati) contro la miseria, ma fu soprattutto la lotta di chi voleva ad ogni costo mantenere forme di esistenza sociale che rischiavano di essere cancellate dalla modernità che ormai stava innestandosi con sempre maggior vigore. Un mondo contadino stravolto dal cambiamento.

L’analisi di quanto detto viene approfondita nel testo scritto dallo storico inglese di stampo marxista George Rudé, dal titolo “La folla nella storia”.

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