La Restaurazione in Italia: il Granducato di Toscana

Ferdinando III di Lorena (1769-1824), granduca di Toscana, reintegrato dal Congresso di Vienna nel suo vecchio dominio, non si discostò di molto dalla tradizione dell’assolutismo illuminato proprio della sua tradizione, circondandosi quindi dei migliori uomini del patriziato fiorentino, quali, fra gli altri, Neri Corsini (cardinale italiano appartenente alla nobile famiglia fiorentina dei Corsini, era figlio di Filippo e di Maddalena Machiavelli; fu zio di Papa Clemente XII e prozio del cardinale Andrea Corsini) e Vittorio Fossombroni (matematico, ingegnere, economista, politico e intellettuale italiano). Il Codice leopoldino, opportunamente rivisto ed emendato, sostituì l’ormai abrogato Codice napoleonico, e questo si rivelò un vantaggio più che un danno per i sudditi del granducato. Altro merito che bisogna necessariamente riconoscere a Ferdinando III fu l’essere rimasto fedele alla tradizione giusnaturalistica (per Giusnaturalismo s’intende la corrente di pensiero filosofica che presuppone l’esistenza di una norma di condotta intersoggettiva universalmente valida e immutabile, fondata su una peculiare idea di natura, preesistente a ogni forma storicamente assunta di diritto positivo e in grado di realizzare il miglior ordinamento possibile della società umana) di Pietro Leopoldo e di avere rifiutato di riammettere i Gesuiti in Toscana.

La floridezza economica del granducato non era certo paragonabile a quella della Lombardia, avviata sulla strada della rivoluzione industriale; tuttavia l’agricoltura toscana restò ammirevolmente una delle più fiorenti d’Italia ed ebbe tutte le cure del patriziato fiorentino. Vivace era la vita culturale; intensi i legami con il mondo intellettuale del resto d’Italia e d’Europa, resi più stretti dall’afflusso di esuli politici fuggiti dalle altre regioni della penisola, che trovarono asilo a Firenze.

In questo clima di relativa libertà nacque un periodico, chiamato l'”Antologia”, nel quale si dibatterono fino al 1832 (anno in cui la rivista fu soppressa) problemi storici, letterari, filosofici, pedagogici, scientifici. Firenze, dopo l’inizio delle persecuzioni dei patrioti del Lombardo-Veneto, divenne il centro del liberalismo moderato.

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