La resa della Divisione Folgore

6 Novembre 1942, Seconda guerra mondiale: i resti della Divisione Folgore, in ritirata da El Alamein, si arrendono agli Inglesi.

La Seconda Battaglia di El Alamein
Ad El Alamein, in Egitto, le forze britanniche diedero il via il 23 ottobre 1942 ad una imponente offensiva contro le forze dell’Asse. Lo scontro vide fronteggiarsi le forze dell’Armata corazzata Italo-Tedesca, comandate dal feldmaresciallo Erwin Rommel, e l’Ottava Armata Britannica, comandata dal generale Bernard Law Montgomery.

L’Armata corazzata Italo-Tedesca del feldmaresciallo Rommel fu costretta a ripiegare, con i pochissimi mezzi rimasti, di fronte alla netta superiorità numerica e materiale britannica. Interi reparti dell’Asse, soprattutto italiani, furono costretti alla resa in quanto sprovvisti di veicoli a motore.

Alle 14,35 del 6 Novembre 1942, ciò che restava della Divisione paracadutisti “Folgore” (grande unità del Regio Esercito Italiano) dopo quattro mesi di combattimenti nella zona di El Alamein, senza acqua e ormai senza munizioni, si arrese ai Britannici. Questi distrussero prima tutte le proprie armi, ormai inservibili, per non doverle comunque cedere al nemico.

I soldati inglesi compresero lo stato d’animo dei militari italiani e, anche in segno di rispetto per il coraggio e per l’ammirevole spirito di sacrificio che questi avevano dimostrato nelle fasi più cruente della battaglia, resistendo incredibilmente a continui e massicci bombardamenti, consentirono con onore agli ultimi sopravvissuti della Folgore di arrendersi senza mostrare la bandiera bianca e senza alzare le mani.

L’attacco definitivo degli Inglesi era iniziato il 2 Novembre. Il giorno dopo Rommel disponeva ormai solo di 35 carri armati; il 4 Novembre il feldmaresciallo dovette ordinare il ritiro. Il 6 Novembre le forze dell’Asse, e gli italiani in particolare, non furono più in grado di opporre alcuna resistenza organizzata. Gli storici ritengono che la sconfitta di El Alamein e la perdita dell’Africa Settentrionale furono fatali per il destino della guerra e di Hitler.

Il primo ministro inglese, Winston Churchill, commentò così la vittoria sul suolo africano: “Ora, questa non è la fine, non è nemmeno l’inizio della fine, ma forse è la fine dell’inizio”.

L’epigrafe davanti al cimitero della Folgore, a El Alamein, recita queste parole:

“Fra le sabbie non più deserte
son qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore
fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.
Caduti per un’idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,
essi additano agli italiani, nella buona e nell’avversa fortuna,
il cammino dell’onore e della gloria.
Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli Eserciti,
accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell’angolo di cielo
che riserbi ai martiri ed agli Eroi”.

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