Il Comitato di salute pubblica

“Il Comitato di salute pubblica, sensibile alle aspirazioni delle classi medie, nel corso del 1793-94 rassicurò i commercianti, addolcì i controlli, temperò la legislazione dirigista. La direzione dell’economia si affermò essenzialmente a beneficio dell’esercito ed a vantaggio dello Stato. Anche se l’applicazione del maximum costituì un fattore di dissociazione ed irritò quasi tutti i gruppi sociali, […] il bilancio dell’economia regolata non può tuttavia considerarsi negativo. Essa permise di nutrire ed equipaggiare le armate repubblicane: senza di essa non sarebbe stata concepibile la vittoria; grazie ad essa le popolazioni cittadine ebbero assicurato il pane quotidiano. Il ritorno alla libertà, col Direttorio, le fece piombare in una miseria atroce”.

In questo momento cruciale la Montagna dette prova di eccezionale vigore. Il potere esecutivo, affidato ad un organo ristretto di nove membri, detto Comitato di salute pubblica, affrontò la rivolta federalista inviando l’esercito contro le maggiori città ribelli, come se si fosse trattato di città nemiche; la Vandea fu piegata con spietate esecuzioni sommarie. Per contenere le colonne nemiche avanzanti sul territorio nazionale si ordinò la leva in massa dei cittadini, fino ad allestire quattordici armate. Presso i reparti furono inviati commissari politici investiti di poteri illimitati: si trattava di rappresentanti in missione con il compito di eliminare dalle fila dell’esercito gli ufficiali inetti e di sostituirli con giovani comandanti, anche di estrazione plebea. Furono proprio questi improvvisati generali che salvarono la Francia dell’invasione, rigettando il nemico al di là delle frontiere.

Robespierre sosteneva che il pericolo provenisse dalla borghesia, e che, per sconfiggerla, bisognava allearsi con il popolo. L’alleanza dei Giacobini coi Sanculotti non significò, tuttavia, l’accettazione integrale delle esigenze sanculotte, bensì la ricerca di un punto d’intesa e di conciliazione che costituisse la base d’un grande blocco (nazionale e popolare, sanculotto e borghese) intorno al quale potessero raccogliersi tutte le forze disponibili per la lotta contro la reazione. Infatti, se Robespierre e il Comitato di salute pubblica da una parte accettarono le istanze sanculotte (pena di morte per l’accaparramento, leva in massa, misure eccezionali di vigilanza rivoluzionaria, requisizioni, economia di guerra), dall’altra, non intendendo perdere di netto il contatto con la borghesia, si preoccuparono di controllare le forze popolari sospendendo le elezioni, soffocando la vita delle sezioni, decapitando le avanguardie estremistiche del movimento democratico.

Robespierre si pose in sostanza come mediatore tra la borghesia e il popolo, inteso peraltro, quest’ultimo, come ‘società di piccoli produttori’; i gruppi che rimasero alla sinistra di Robespierre rappresentavano invece, le inquietudini dei contadini senza terra e soprattutto del proletario urbano.

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