La proclamazione di Guglielmo I a Imperatore Tedesco

Proclamazione di Guglielmo I a Imperatore Tedesco nella Sala degli specchi di Versailles.

Nacque a Berlino il 22 marzo 1797. Figlio secondogenito del re Federico Guglielmo III di Prussia e della regina Luisa principessa di Meclemburgo-Strelitz, assistette, seppur bambino, alla tragica sconfitta di Jena (la Battaglia di Jena ebbe luogo il 14 ottobre 1806 nel corso della Guerra della Quarta coalizione tra la Grande Armata francese, guidata da Napoleone, e l’esercito prussiano), la quale ridusse la Prussia per alcuni anni al grado di potenza di terz’ordine. Entrato adolescente nell’esercito, in poco tempo divenne il modello dell’ufficiale prussiano. In quegli anni il pensiero della riscossa, più che dal re Federico Guglielmo III, era tenuto vivo dalla regina Luisa; Guglielmo conservò sempre per la madre quella cavalleresca ammirazione che i patrioti prussiani votarono a lei, morta nel 1810 senza aver ottenuto la rivincita tanto auspicata.

Il futuro imperatore partecipò alle due campagne di Francia del 1814 e 1815. Prese parte alle battaglie di Waterloo e di Ligny. La sua gioventù trascorse nella rapida ascensione dei diversi gradi dell’esercito e nelle cure della vita di guarnigione. Ciò gli valse popolarità nell’esercito, anche quando, per successive vicende politiche, egli risultò impopolarissimo presso la nazione. Nel 1829 sposò la principessa Augusta di Sassonia-Weimar, dalla quale ebbe due figli, il principe Federico Guglielmo (l’Imperatore Federico III) e la principessa Luisa.

Durante le rivoluzioni del 1848, Guglielmo riuscì vittoriosamente a reprimere una rivolta provocata dal fratello, re Federico Guglielmo IV, che era succeduto alla morte del padre sul trono prussiano. L’uso dei cannoni contro i rivoltosi tuttavia lo rese alquanto impopolare, facendogli guadagnare il soprannome di Kartätschenprinz (Principe delle Granate); dovette allora ritirarsi per qualche tempo in Inghilterra. Nel 1857 Federico Guglielmo IV venne colpito da ictus, rimanendo mentalmente disabile per il resto della sua vita, la quale comunque terminò dopo pochi anni (nel 1861). Nel gennaio del 1858 Guglielmo divenne quindi principe reggente per conto del fratello, che non aveva discendenti. Il 2 gennaio 1861 Federico Guglielmo IV morì, e Guglielmo ascese al trono prussiano con il nome di Guglielmo I.

L’idea che il nuovo imperatore ebbe sempre dell’alta missione della Prussia in Germania lo portò a chiedere al paese larghi sacrifici per il riordinamento dell’esercito. Ciò lo mise subito in conflitto con la maggioranza della camera e con il partito liberale. Già nel luglio 1861, pochi mesi dopo la sua ascensione al trono, l’imperatore fu a Baden oggetto d’un attentato per mano d’uno studente, Oskar Becker. Il dissidio tra il sovrano e il parlamento assunse il carattere di vero e proprio conflitto costituzionale. Guglielmo trovò, in quel momento tanto delicato, l’appoggio e la collaborazione di Bismarck, ministro non meno impopolare di lui, ma che seppe fondare su quella doppia impopolarità le fortune maggiori della Prussia e della casa dei Hohenzollern. Guglielmo nominò Bismarck presidente del Consiglio il 23 settembre 1862.

Secondo la costituzione prussiana, il primo ministro era responsabile delle proprie azioni unicamente verso il re, non verso il parlamento. Bismarck era dunque l’uomo perfetto, perché per la sua tempra tendeva a vedere la propria relazione con Guglielmo I come un rapporto tra vassallo e signore. Fu proprio il Cancelliere a tenere le redini del governo e a dirigerne l’andamento, così come gli affari inerenti alla casa reale e alla politica estera, fornendo in molte occasioni l’assistenza giusta all’imperatore, con cui si creò un sodalizio importante.

Grazie alle guerre portate avanti dal Cancelliere di ferro (contro la Danimarca nel 1864, l’Impero austriaco nel 1866 e la Francia nel 1870-1871), Guglielmo I giunse a cingere la corona di Imperatore del Reich Tedesco il 18 gennaio 1871, nel palazzo di Versailles, in Francia, dove venne ufficialmente dichiarato sovrano. Anche quel giorno trovò Guglielmo in disaccordo con il suo ministro, in quanto questi intendeva che il re di Prussia assumesse, per non ledere le suscettibilità degli altri principi tedeschi, il titolo d’Imperatore germanico, mentre Guglielmo insistette per assumere quello d’Imperatore di Germania. Il granduca di Baden, il quale doveva essere l’oratore dei principi convenuti, aggirò la difficoltà acclamando non l’Imperatore di Germania né l’Imperatore germanico, ma l’Imperatore Guglielmo: Il vecchio sovrano assunse poi definitivamente il titolo imperiale nella forma consigliata dal suo ministro.

Con questa cerimonia, inoltre, la Confederazione Tedesca del Nord fu trasformata nel vero e proprio Impero Tedesco (Kaiserreich). Il nuovo impero si presentava come una confederazione di stati; l’Imperatore ne era il capo di Stato e il presidente (primus inter pares) dei monarchi federati (i re di Baviera, Württemberg e Sassonia, i granduchi di Baden, Meclemburgo e Assia e molti altri principati tra cui le libere città di Amburgo, Lubecca e Brema).

La sua elezione non placò tuttavia le insurrezioni e il malcontento locale per il nuovo assetto dell’area germanica, e l’11 maggio 1878 Max Hödel fallì nel tentativo di assassinare Guglielmo a Berlino. Un secondo attentato ci fu il 2 giugno di quello stesso anno, ad opera dell’anarchico Karl Nobiling, che riuscì solo a ferire Guglielmo, prima di suicidarsi. Questi due attentati divennero il pretesto per l’istituzione delle leggi anti-socialiste che vennero introdotte dal governo Bismarck col supporto di gran parte del Reichstag a partire dal 18 ottobre 1878, col proponimento chiaro di combattere i socialisti ed i movimenti di classe.

Guglielmo I incentivò fortemente il colonialismo tedesco: durante il suo regno furono difatti fondate le colonie di Togo, Camerun, Tanzania e Namibia in Africa, mentre nel Pacifico i tedeschi s’insediarono in Papua Nuova Guinea, colonizzando anche le Bismarck, le Salomone, Nauru e le Marshall.

Wilhelm der Große (Guglielmo il Grande) morì a 91 anni a Berlino.

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