La Notte dei Lunghi Coltelli

29-30 giugno 1934: la Notte dei Lunghi Coltelli

La Germania del dopoguerra, disperata e confusa, aveva necessità di aggrapparsi a una promessa che garantisse, almeno in minima parte, una flebile speranza di rinascita. Ex combattenti, artigiani, negozianti, la piccola borghesia della città e delle campagne, studenti: tutti accomunati dalla voglia di ripartire, a prescindere dal come.

Le prime elezioni tenute a ridosso di tale crisi (settembre 1930) rivelavano che i nazionalsocialisti disponevano ormai di 6 milioni e mezzo di voti. Questo primo successo sarebbe stato seguito da una serrata serie di trionfi elettorali che nel luglio 1932 rivelarono come la NSDAP fosse ormai divenuta il primo partito sulla scena politica tedesca. Il 30 maggio 1933, il maresciallo Hindenburg conferì a Hitler l’incarico di ‘Reichskanzler’ (Cancelliere del Reich) per la formazione del nuovo governo.

Hitler intendeva liquidare le istituzioni repubblicane e instaurare uno Stato totalitario. Poiché la Costituzione di Weimar prevedeva che la designazione del nuovo governo fosse convalidata dal voto popolare, le elezioni furono indette per il 5 marzo 1933. In quell’occasione, la NSDAP non varcò tuttavia l’agognata soglia della maggioranza assoluta (si attestò intorno al 44%, mentre quasi un terzo dell’elettorato rimaneva fedele ai partiti della Sinistra). Ma Hitler ormai voleva tutto il potere.

Venne presentato al Parlamento un decreto che annullava le funzioni legislative dell’assemblea e, per un periodo iniziale di quattro anni, le attribuiva al ‘Reichskanzler’. L’opposizione fu messa a tacere. Furono inviati governatori nazisti nelle provincie, la struttura federale del Reich fu distrutta.

Nel 1934, tuttavia, il Partito nazionalsocialista non costituiva ancora un blocco monolitico. Accanto alla “Destra reazionaria”, legata agli alti gradi dell’esercito e ai ceti finanziari, esisteva una “Sinistra” piccolo-borghese che reclamava una rivoluzione anti-capitalistica. Tali esigenze erano avanzate con forza da Ernst Röhm, nazista della prima ora e comandante delle SA, un corpo costituito da reparti d’assalto che aveva raggiunto oltre 2 milioni di aderenti e che si contrapponevano (come “armata popolare delle camicie brune”) alle forze armate dell’esercito regolare.

Posto di fronte alla prospettiva d’una lacerazione che avrebbe investito tutta la società tedesca, Hitler, ottenuto l’appoggio dello Stato Maggiore, affidò alle SS l’esecuzione di una terribile “purga”. Röhm fu trucidato con numerosi capi e gregari delle “camicie brune” in occasione di un raduno presso la stazione climatica di Wiessee, vicino Monaco. Contemporaneamente, due fedelissimi di Hitler (Hermann Wilhelm Göring e Heinrich Himmler) procedevano a Berlino all’uccisione di altri esponenti delle SA. L’esecuzione viene ricordata come la “Notte dei Lunghi Coltelli”. Seguirono arresti, processi, fucilazioni di personalità invise o sospette. L’epurazione avvenne dunque per mano delle SS, e coinvolse i vertici delle SA – le squadre d’assalto naziste – riuniti nella cittadina di Bad Wiessee, unitamente ad altri oppositori del regime, vecchi nemici o ex compagni politici di Hitler, come anche alcune persone estranee alla vita politica o militare tedesca.

Secondo i dati forniti il 13 luglio dallo stesso Cancelliere del Reich, durante la Notte dei Lunghi Coltelli furono assassinate 71 persone, ma il totale delle vittime fu stimato tra le 150 e le 200.

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