La Missione Militare Italiana in Spagna

Dicembre 1936: La prima formazione di 3000 soldati italiani, appartenenti al Corpo Truppe Volontarie, atterra a Cadice, in Spagna. La missione militare italiana voluta da Mussolini coinvolse quasi 50000 volontari, comprendenti truppe di terra e aviazione.

La guerra civile spagnola si svolse tra il luglio 1936 e l’aprile 1939. Gli schieramenti scesi in campo vedevano da una parte i Nazionalisti (noti come “Nacionales”), autori del colpo di Stato ai danni della Seconda Repubblica Spagnola, e dall’altra i Repubblicani (noti come “Republicanos”), composti da truppe fedeli al governo repubblicano, guidati dal Fronte Popolare di ispirazione marxista. La guerra portò al crollo della Seconda Repubblica Spagnola e segnò l’inizio della dittatura da parte del generale Francisco Franco (Ferrol, 4 dicembre 1892 – Madrid, 20 novembre 1975).

I Nazionalisti di Francisco Franco della Divisìon Soria furono affiancati dal Corpo truppe volontarie italiane, ovvero il CTV. Queste furono costituite appositamente per affrontare la guerra civile spagnola, e subirono il peso principale dello scontro. Le truppe del CTV vennero poste sotto il comando del Generale di Brigata Mario Roatta (Modena, 2 febbraio 1887 – Roma, 7 gennaio 1968).

Nel settembre 1936, subito dopo la richiesta di aiuto di Francisco Franco, Benito Mussolini inviò l’allora capo del S.I.M. (Servizio Informazioni Militari), appunto il Generale di Brigata Mario Roatta, in Spagna, col compito di creare la “M.M.I.S.” (“Missione Militare Italiana in Spagna”), con sede a Siviglia. La “M.M.I.S.” divenne operativa il 15 dicembre 1936 con il compito di inviare materiali, armi e istruttori, nonché di creare due Brigate Miste italo-spagnole. Il 23 dicembre del 1936 la prima formazione di 3mila soldati atterrò a Cadice.

Il 17 febbraio 1937 la “M.M.I.S.” cambiò definizione in “C.T.V.” (“Comando Truppe Volontarie”) mentre la massa operativa costituì il “C.T.V.” (“Corpo Truppe Volontarie”). Si trattava di circa 20000 militi della MVSN, inquadrati su tre divisioni (“Dio lo vuole!”, “Fiamme Nere” e “Penne Nere”, che nel 1937 saranno ridotte a due divisioni e successivamente a una), a cui se ne affiancò un’altra fornita dal Regio Esercito (4ª Divisione fanteria “Littorio”). Nell’ottobre 1938, dopo 18 mesi di ferma volontaria, le camicie nere furono rimpatriate e sostituite da tre divisioni miste italo-spagnole: “Frecce Nere”, “Frecce Azzurre” e “Frecce verdi”.

La guerra civile in Spagna costò cara all’Italia in termini di perdite. Di seguito il doloroso bilancio.

Caduti: 272 ufficiali (105 dei quali della M.V.S.N.), 2764 sottufficiali e soldati (1357 appartenenti alla Milizia).
Feriti: 981 ufficiali (399 della M.V.S.N.), 10205 sottufficiali e soldati (5200 della Milizia),
Dispersi: 9 ufficiali (4 della Milizia.),
272 militari deceduti per malattia e incidenti vari.

A ciò vanno aggiunte le ingenti perdite di materiale che depauperarono il già scarso potenziale bellico italiano alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quantificabili in 14 miliardi di lire dell’epoca.

In Spagna combatterono complessivamente 29000 Camicie Nere. Nel corso del conflitto, la M.V.S.N. ottenne le seguenti decorazioni:
4 ordini militari di Savoia;
33 Medaglie d’Oro al Valor Militare;
426 Medaglie d’Argento al Valor Militare;
532 Medaglie di Bronzo al Valor Militare;
1745 Croci di Guerra al Valor Militare.

Precedente La tragica ritirata dell'ARMIR Successivo WWII: la devastazione di Londra