La lotta dei popoli slavi per l’indipendenza

Il progressivo disfacimento di cui si rese protagonista l’Impero ottomano non lasciò affatto indifferenti i popoli slavi che, come vedremo, tentarono di approfittare della situazione per agguantare la tanto sospirata indipendenza.

La decadenza e la crisi dell’Impero ottomano erano seguite con estrema attenzione dalle potenze europee che aspiravano, in una aperta competizione, ad assicurarsi l’eredità del sultano. La Russia era decisa a tentare di impadronirsi degli Stretti (Bosforo, Mar di Marmara, Dardanelli) per garantirsi il libero accesso al Mediterraneo; l’Austria intendeva avanzare ulteriormente nell’area dei Balcani, a sud della Slava e del Danubio; la Francia, seguendo la linea tracciata da Napoleone, mirava ad attrarre l’Egitto nella sua orbita; l’Inghilterra, invece, voleva guadagnare nuovi mercati di sbocco e contemporaneamente consolidare il suo controllo strategico nel Mediterraneo. Questo insieme di aspirazioni tra loro contrastanti andarono progressivamente a costituire quella che viene conosciuta come “Questione d’Oriente”, uno dei nodi nevralgici della politica europea nel corso del XIX secolo e sino alla Prima guerra mondiale (1914-1918).

I primi segnali della lotta dei popoli slavi contro la dominazione turca furono dati dai contadini e dai montanari serbi che, guidati da due capi leggendari, peraltro tra loro nemici – Giorgio il Nero (Đorđe Petrović più conosciuto come Karađorđe, Карађорђе Петровић [Viševac, 16 novembre 1752 – Radovanje, 26 luglio 1817], militare serbo) e Miloš Obrenović (serbo: Милош Обреновић o Milosh Obrenovich; anche conosciuto come: Miloš Teodorović, [18 marzo 1780 – 26 settembre 1860], Principe di Serbia tra il 1815 e il 1839, e nuovamente tra il 1858 il 1860) – dopo anni di logorante guerriglia (1804-1817), costrinsero alla ritirata gli eserciti ottomani e fondarono il principato autonomo di Serbia.

Negli stessi decenni Ali Pascià Tepeleni, anche noto come Ali Pascià di Giannina o il Leone di Giannina (Tepeleni, 1744, forse 1750 – Giannina, 5 febbraio 1822, 24 gennaio 1822 del calendario giuliano), politico e militare albanese, scontrandosi per lungo tempo con i Turchi, riuscì a costituire uno Stato indipendente nelle montagne della Tessaglia, regione storica dell’antica Grecia, e a impadronirsi nel 1817 di Parga, sulla costa del mare Ionio, di fronte a Corfù.

“La fuga in massa della popolazione di Parga, che non esitò ad affrontare il mare con mezzi di fortuna per non sottostare alla dominazione turca e trovar rifugio a Corfù, ebbe larga eco nel filellenismo (definito come un atteggiamento di ammirata simpatia culturale o politica nei confronti della Grecia) europeo: ispirò i versi di G. Berchet ed uno scritto di U. Foscolo”.

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