La Guerra Civile Irlandese

28 giugno 1922: scoppia la Guerra Civile Irlandese

L’Irlanda: un Paese celtico con proprie tradizioni culturali, linguistiche e religiose. Atavico fu lo scontro con l’Inghilterra. Venne parzialmente conquistata nel 1117 da Enrico II. La conquista definitiva dell’Isola si realizzò solamente nel XVI secolo, sotto il regno di Elisabetta I, la quale impose la religione anglicana a una popolazione prevalentemente cattolica. Gli Irlandesi si ribellarono ripetutamente, ma gli Inglesi repressero ogni sollevazione completando il processo di colonizzazione con Oliver Cromwell, condottiero e politico inglese.

Dal 1800, comunque, Regno di Gran Bretagna e Regno d’Irlanda furono posti sotto la stessa bandiera (attraverso un “Atto di unione” approvato dal Parlamento britannico e da quello Irlandese). Nel 1875, la Questione Irlandese subì una improvvisa accelerazione per iniziativa del deputato irlandese Charles Stewart Parnell, il quale, in testa a un drappello nazionalista (gli Home-Rulers, riuniti nella Home Rule League) alla Camera dei comuni, rivendicò l’abrogazione dell’unione con la Gran Bretagna e richiese l’istituzione di un Parlamento nazionale a Dublino. L’Home Rule Bill venne tuttavia respinto.

Per un ventennio il problema Irlandese venne affrontato in termini di pura repressione. Soltanto nel 1914 l’Home Rule Bill venne approvato dal Parlamento Inglese, per esser poi subito sospeso a causa dello scoppio della Prima guerra mondiale. Una importante rivolta scoppiò a Dublino il Lunedì di Pasqua, conosciuto come “Easter Monday”, del 1916. La famosa sollevazione di Pasqua tuttavia si rivelò fallimentare, in quanto vide la drammatica condanna a morte di tutti i leader che presero parte attiva all’evento. A seguito del fallimento della rivoluzione, lo Sinn Féin (movimento indipendentista irlandese fondato nel 1905 da Arthur Griffith e partito repubblicano) istituì un proprio esercito, tutt’oggi conosciuto con il nome di IRA (Irish Republican Army).

Nel 1920 il quarto Home Rule Bill fu pienamente attuato in Irlanda del Nord, e solo parzialmente in Irlanda del Sud. Le tensioni sempre crescenti sfociarono nel 1922, a seguito della scoppio Guerra d’Indipendenza Irlandese. Questo fu un conflitto armato che contrappose sostenitori e oppositori del Trattato Anglo-Irlandese. Tale accordo, siglato il 6 dicembre 1921, aveva dato origine allo Stato Libero d’Irlanda, precursore dell’odierna Repubblica d’Irlanda. Gli oppositori lamentavano che il trattato in questione mantenesse forti legami costituzionali tra Irlanda e Regno Unito, e reclamavano in tal senso la definitiva separazione dell’isola, in quanto le sei contee a maggioranza protestante dell’Irlanda del Nord non sarebbero state incluse nello Stato Libero. La Guerra Civile costò all’Irlanda addirittura più vite della Guerra d’Indipendenza che l’aveva preceduta.

Entrambe le parti si resero responsabili di atti brutali: gli irregolari assassinarono membri del parlamento ed incendiarono numerosi edifici storici, come per esempio il famoso Moore Hall nel Mayo. I governativi, da parte loro, condannarono a morte molti prigionieri, ufficialmente o clandestinamente. I morti dell’esercito nazionale furono all’incirca 800 ed il totale delle vittime è stimato attorno ai 4000. Le forze Irregolari in ritirata causarono molte distruzioni, per cui l’economia dello Stato Libero subì un duro colpo, proprio nei primi anni della sua esistenza.

La sovranità completa sarà concessa allo Stato d’Irlanda solamente nel 1949, dopo la fine della Seconda guerra mondiale; il Nord rimase tuttavia inglese (l’Ulster, con capitale Belfast, rimase parte del Regno Unito).

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