La congiura degli eguali

La congiura degli eguali:
La rivoluzione francese è indubbiamente stata teatro di una molteplicità di cospirazioni che hanno contribuito in parte al suo successo e in parte alla sua instabilità. Un caso di particolare interesse storico – perché fondato su un ideale che può a posteriori essere considerato come “comunista”, e perché coinvolge al suo interno membri della massoneria (anche se nella rivoluzione francese questo fatto non è raro: in generale la massoneria, con le sue molteplici logge, ha giocato un ruolo fondamentale nel suo sviluppo) – è la Cospirazione degli Eguali, che venne scoperta e fermata nel Maggio del 1796.

La ‘Conjuration des Égaux’ venne ideata da Francois Babeuf e dai suoi associati (detti babouvisti perché sostenitori del babouvismo, pensiero politico ideato dallo stesso Babeuf) tra il 1795 e il 1796 a Parigi, con l’intento di trascinare le masse popolari per rovesciare il Direttorio ed instaurare una dittatura rivoluzionaria provvisoria, come preludio ad una amministrazione successiva.

Direttore del giornale “Il tribuno del popolo”, Babeuf si collocava in quella corrente di estrema sinistra che aveva avuto tra i maggiori esponenti Marat ed Hébert. Mentre il radicalismo rivoluzionario di questi ultimi aveva trovato un limite nella difesa della proprietà privata, Gracco (il nome di battaglia usato da Babeuf) sosteneva invece che l’uguaglianza sociale fosse raggiungibile solo con l’abolizione della proprietà privata e dell’economia di mercato. Ispirato agli esempi dell’antichità (in particolare alla costituzione spartana attribuita tradizionalmente a Licurgo e alla legislazione agraria dei fratelli Gracchi), il comunismo di Babeuf divenne il programma di un Comitato insurrezionale (di cui fece parte anche l’italiano Buonarroti), che avrebbe dovuto instaurare una dittatura per guidare la società verso quella che veniva definita come ‘l’ultima rivoluzione’.

Lo scopo era dunque quello di giungere al “benessere comune” e alla “eguaglianza perfetta” tramite una radicale riforma della struttura sociale, abolendo la proprietà privata e instaurando il collettivismo delle terre e dei mezzi di produzione. Per questi motivi e per la sua visione materialista e secolare il babouvismo venne considerato da Marx e da Engels come un importante precursore del comunismo (anche se i due non faranno mai un’analisi estesa di Babeuf e delle sue idee): la Congiura degli Eguali rappresentava il primo movimento politico a carattere comunista effettivamente attivo.

La congiura, così predisposta, venne soffocata sul nascere e fallì. Il governo – il Direttorio e la polizia – era ben informato di quanto accadeva intorno alla congiura, merito delle spie poste nei caffè e in particolare di Grisel, informatore ben infiltrato nell’organizzazione. Vennero così arrestati i cospiratori. Babeuf e Darthé vennero condannati a morte e ghigliottinati, mentre gli altri vennero esiliati da Parigi come Buonarroti, Jean Pierre André Amar (iniziato alla massoneria nel 1778 a Grenoble) e come Jean-Baptiste Drouet famoso per aver riconosciuto e arrestato il Re Luigi XVI in fuga (questi ultimi due entrambi ex-membri della Commissione Nazionale). Alcuni cospiratori vennero incarcerati o semplicemente assolti come Antonelle e Lepeletier, probabilmente grazie alla protezione di Barras, il più influente dei Direttori, massone e iscritto al club dei giacobini, il quale intrattenne rapporti in segreto con la Congiura.

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