La Battaglia di Punta Stilo

Seconda guerra mondiale, 9 luglio 1940: la battaglia di Punta Stilo.

Luogo: Mar Ionio, in prossimità di Punta Stilo (Calabria).

Il 10 giugno del 1940, dopo che l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, gran parte dello spirito offensivo del Duce ricadde sulle spalle della Regia Marina, essendo, tra le tre forze armate, l’unica realmente preparata ad affrontare la guerra. Ci si doveva preparare a combattere per la prima volta nella storia la gloriosa Royal Navy britannica, e l’occasione giunse nei primi giorni del luglio 1940.

La sopracitata opportunità sopraggiunse poco dopo l’apertura delle ostilità, quando entrambi gli schieramenti si videro costretti a organizzare dei convogli protetti per il trasporto di rifornimenti. Si trattò comunque di uno scontro quasi accidentale, dal momento che le due flotte, impegnate appunto nella scorta ai rifornimenti, si affrontarono solo dopo che la missione principale era stata portata a termine.

Da parte italiana si aveva la necessità di dover inviare in Libia 2200 uomini, 232 tra automezzi e carri armati (circa 70), 5700 tonnellate di carburanti e 10500 tonnellate di rifornimenti vari. Il tutto per via del fatto che la dichiarazione di guerra aveva colto piuttosto di sorpresa gli stessi vertici delle Forze Armate, costrette quindi nei primi mesi di guerra a inviare in Africa rinforzi e rifornimenti che non erano stati approntati adeguatamente in precedenza. Da parte inglese, si volevano far passare due convogli, uno lento e uno veloce, da Malta ad Alessandria.

I rapporti di forza tra le due formazioni erano i seguenti:

ITALIA
Ammiraglio: Inigo Campioni
Corazzate: 2
Portaerei: 0
Incrociatori pesanti: 6
Incrociatori leggeri: 12
Cacciatorpediniere: 26+3
Totale: 49
Mercantili: 5

INGHILTERRA
Ammiraglio: Andrew B. Cunningham
Corazzate: 3
Portaerei: 1
Incrociatori pesanti: 0
Incrociatori leggeri: 5
Cacciatorpediniere: 16+2
Totale: 27
Mercantili: 7

Fu questo, come detto, il primo scontro della storia tra la Royal Navy e la Regia Marina. Si trattò in pratica di un pareggio, in quanto non vi fu un’effettiva perdita di navi (se si esclude il caccia Escort, facente parte della formazione che non partecipò direttamente alla battaglia).

I danni subiti dalla flotta italiana consistettero nel colpo da 381 a bordo del Cesare (V divisione), e da tre proiettili sparati dal Neptune (incrociatore leggero) che centrarono il Bolzano (incrociatore pesante), dove si ebbe il lieve danneggiamento del timone, la distruzione di un impianto lanciasiluri e l’apertura di una falla a poppa. La nave però continuò a combattere senza problemi per tutta la durata del contatto balistico, navigando alla massima velocità. I danni inglesi, oltre all’affondamento del caccia Escort, consistettero nel danneggiamento del Gloucester e in vari danni di lieve entità provocati da schegge.

Campioni si ritenne soddisfatto di aver affrontato la flotta britannica e di averla vista allontanarsi senza aver affondato nessuna nave italiana. In definitiva, dunque, la Battaglia di Punta Stilo si era risolta come detto in un pareggio, senza vittorie tattiche, dal momento che non era andata persa alcuna nave durante il contatto balistico e vi erano stati lievi danni da entrambe le parti, e senza sconfitte strategiche, in quanto entrambi i convogli erano giunti indisturbati a destinazione.

Per la prima volta, però, in Italia vennero al pettine i nodi della questione aeronavale. Non era presente alcun tipo di cooperazione tra la Marina e l’Aeronautica, e questo a causa delle ostilità che avevano opposto le due Forze Armate negli anni della preparazione, e tale manchevolezza tornerà a farsi notare in maniera evidente molte altre volte nel corso del conflitto appena iniziato.

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