La battaglia di Mollwitz

10 aprile 1741 – La battaglia di Mollwitz

La battaglia di Mollwitz fu uno dei più importanti eventi bellici che ebbero luogo durante la Guerra di Successione Austriaca (1740-1748). In quell’occasione si scontrarono frontalmente il regno di Prussia e l’arciducato austriaco. Per la prima volta Federico il Grande (Berlino, 24 gennaio 1712 – Potsdam, 17 agosto 1786), re di Prussia, si trovò a fronteggiare in campo aperto il potente esercito austriaco; fu un importante scontro della Prima Guerra di Slesia durante il quale (caso piuttosto raro per l’epoca) unità di fanteria uscirono vittoriose in campo aperto sulla cavalleria.

Perché scoppiò la guerra di successione austriaca?

Negli anni 1733-38, la guerra di successione polacca (scoppiata in seguito alla morte del monarca Augusto II di Sassonia) sconvolse nuovamente l’assetto dei confini europei ed ebbe come importanti conseguenze – sancite dalla pace di Vienna – il passaggio di Napoli e della Sicilia all’erede al trono spagnolo, Carlo di Borbone, e del granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, marito di Maria Teresa d’Asburgo (1717-1780).

Quest’ultima, figlia di Carlo VI imperatore d’Austria-Ungheria, salì al trono nel 1740 in virtù dell’attuazione di una specifica norma dinastica conosciuta col nome di “Prammatica sanzione” (1713): una disposizione edittale con la quale suo padre aveva garantito la successione anche ai discendenti in linea femminile. Questa dovette affrontare tuttavia una lunga guerra prima che tutte le potenze europee la riconoscessero quale legittima sovrana del dominio asburgico. Difatti, nonostante la precedente approvazione delle stesse potenze, alla morte di Carlo VI (19 ottobre 1740) nacque un conflitto di carattere europeo (la Guerra di Successione Austriaca, per l’appunto) scatenato dai disegni espansionistici di Federico II di Prussia, della Spagna, del regno di Sardegna e dalle aspirazioni alla corona imperiale dell’elettore di Baviera Carlo Alberto e di Augusto III di Sassonia. I Paesi europei, infatti, tentarono di sfruttare a proprio vantaggio la contingente debolezza istituzionale dello Stato austriaco per accampare pretese territoriali.

In cambio del riconoscimento formale del diritto di Maria Teresa al trono, la Spagna chiese la cessione della Boemia e dell’Ungheria, il re sabaudo la Lombardia, mentre il duca di Baviera Carlo Alberto pretese addirittura l’eredità imperiale. Federico II di Prussia, invece, non chiese niente e decise di occupare direttamente, nel dicembre 1740, la ricca regione austriaca della Slesia. La guerra vide impegnati due blocchi: Francia, Spagna, Baviera, Sassonia e Prussia da una parte, Austria, Gran Bretagna, Province Unite e Regno di Sardegna dall’altra.

Il conflitto, dunque, coinvolse anche la Francia e le colonie spagnole, aggredite dalla Gran Bretagna. La pace di Aquisgrana del 1748 ristabilì infine il diritto proprio di Maria Teresa: iniziò così la nota “età teresiana”. La Prussia ottenne i maggiori vantaggi territoriali, in quanto acquisì in via definitiva la Slesia. A Maria Teresa fu dunque riconosciuto il diritto alla successione, e la dignità imperiale venne estesa anche al marito Francesco di Lorena; tuttavia, l’Austria perse in Italia sia i Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla (assegnati a Filippo di Borbone, fratello del re di Spagna), che alcune parti della Lombardia occidentale, consegnate al Regno di Sardegna. L’assetto dei territori italiani scaturito dalla pace di Aquisgrana perdurò fino alle guerre napoleoniche. Venne infine ristabilita nelle colonie la situazione precedente al conflitto.

La battaglia di Mollwitz

Mollwitz, in pratica, fu la battaglia che aprì la prima guerra di Slesia, parte della Guerra di Successione Austriaca. Fu anche la prima battaglia campale che vide scendere in campo Federico II.

Il 16 dicembre 1740 Federico II diede il via alla già citata Guerra di Successione Austriaca invadendo, a sorpresa, la Slesia. La reazione austriaca fu abbastanza rapida. In particolare, un’armata comandata dal maresciallo Neipperg nella primavera del 1741, dopo aver abilmente eluso la sorveglianza prussiana, si diresse verso Neisse, assediata dal nemico. Federico II si precipitò all’inseguimento e i due eserciti si incontrarono infine nei pressi di Mollwitz.

L’armata austriaca poteva contare su 18.000 uomini circa, equamente divisi tra cavalleria e fanteria, ma aveva pochissima artiglieria. L’avversario aveva una consistenza numerica superiore: quasi 24.000 uomini con la classica proporzione di due terzi di fanti, 17.000 moschetti, e un terzo cavalleria, 4.500 sciabole, e il supporto dell’artiglieria.

Lo schieramento prussiano era il seguente: l’ala destra era decisamente inferiore alla cavalleria che il nemico aveva disposto sulla propria sinistra mentre la fanteria prussiana, decisamente superiore in numero a quella nemica, non aveva trovato lo spazio sufficiente per schierarsi nel modo migliore. Lo stato maggiore prussiano aveva pensato di ridurre lo svantaggio spostando in quel settore anche due battaglioni di granatieri.

La prima mossa della partita fu del comandante dell’ala sinistra austriaca, Romer, il quale, resosi conto dell’inferiorità del nemico che lo fronteggiava, senza aspettare ordini dai superiori attaccò violentemente la cavalleria prussiana, tra le fila della quale si trovava lo stesso Federico II. L’impeto della cavalleria imperiale schiantò il nemico e travolse anche i granatieri che si trovavano nelle retrovie della cavalleria sconfitta. L’ala sinistra austriaca rimase così completamente padrona della zone attorno a Hermsdorf e, malgrado le pesantissime perdite subite, si apprestava ad aggirare il centro prussiano.

Neipperg cercò di sfruttare il vantaggio avanzando una parte della fanteria per supportare l’attacco e spostando alcuni reggimenti della cavalleria dell’ala destra dalla parte opposta del campo di battaglia per dare maggiore impeto alla manovra di aggiramento. Contemporaneamente scagliò in avanti anche quel che rimaneva della sua ala destra nel tentativo di avvolgere i prussiani da entrambi i lati annientandoli. La situazione era davvero grave per l’esercito prussiano e Federico II, anche su pressione dei suoi generali, abbandonò il campo, convinto ormai di aver perso la battaglia.

Proprio sul campo, invece, la sua fanteria diede il meglio di sé, evidenziando, forse per la prima volta, l’efficacia dell’addestramento a cui si era sottoposta per anni. La seconda linea prussiana si dispose sulla propria destra, quasi ad angolo retto con i compagni della prima linea, e affrontò senza paura le ondate successive di cavalleria austriaca, falcidiando il nemico a ogni carica con un rapido ed efficiente tiro di moschetto che ebbe un parziale rallentamento solo quando iniziarono a scarseggiare le munizioni. Ma usando la baionetta i fanti di Brandeburgo non furono, quel giorno, meno efficaci.

Schwerin, intravista la possibilità di cogliere la vittoria, ordinò un generale avanzamento del centro prussiano verso i resti dell’esercito austriaco che, travolti, ruppero le fila e fuggirono disordinatamente. Così terminò la battaglia di Mollwitz.

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