La Battaglia di Kunfida (Mar Rosso)

7 Gennaio 1912: l’a Battaglia di Kunfida (Mar Rosso). I Marinai italiani tra le sabbie d’Arabia.

La battaglia navale di Kunfida fu combattuta sul Mar Rosso il 7 gennaio 1912, alcuni mesi dopo l’inizio della Guerra Italo-Turca, combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero Ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912 per conquistare le regioni Nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.

Durante la guerra, mentre gli scontri terrestri si limitarono alla Libia e allo sbarco nel Dodecaneso, la Regia Marina italiana si dedicò attivamente alla ricerca e soprattutto alla distruzione delle unità navali turche per annullarne la minaccia alle linee di comunicazione italiane. In particolare, la flottiglia turca del Mar Rosso minacciava pericolosamente il rifornimento alla colonia italiana dell’Eritrea. Pertanto venne spedita una flottiglia di unità d’altura per dare la caccia alle piccole, ma pericolose unità turche, stanziate proprio nella penisola arabica.

Lo scoppio delle ostilità con l’Impero Ottomano, avvenuto nel settembre 1911, vide almeno nel Mar Rosso una relativa prevalenza delle forze navali turche rispetto a quelle italiane, tanto da far temere un possibile colpo di mano contro la poco difesa base di Massaua (Eritrea). L’immediato approntamento delle Forze Navali e il loro rapido dispiegamento nei vari teatri operativi, permise di inviare oltre Suez l’incrociatore protetto Piemonte e i due modernissimi cacciatorpediniere Garibaldino e Artigliere. Già il 16 dicembre 1911 l’incrociatore italiano catturò la nave ausiliaria Kayseri, camuffata da nave ospedale, in realtà utilizzata per contrabbando di guerra. Da una attenta analisi della documentazione sequestrata, gli operatori del Reparto Informazioni della Marina riuscirono a ricavare il nome di un misterioso porticciolo situato sulla costa dell’Arabia: Kunfida.

Il Garibaldino e l’Artigliere, impegnati nella perlustrazione della costa, si riunirono all’incrociatore Piemonte presso il banco di Jnnabiyat la sera del 6 gennaio 1912. Il mattino seguente, muovendosi tra i bassi fondali, i due cacciatorpediniere italiani iniziarono l’avvicinamento verso Kunfida attraversando numerosi banchi di sabbia, quasi tutti erroneamente segnalati sulle carte. Alle 12:30, appena in vista della meta, furono immediatamente fatti segno del fuoco nemico: la tanto ricercata squadra ottomana del Mar Rosso era finalmente ingaggiata.

I due cacciatorpediniere, supportati a distanza dal Piemonte, affrontarono le unità turche Ajutab e Bafra da 250 t, Ordon, Costamuni, Refakie e Moka da 350 t, Quenkeche e Shipka da 500 t, appoggiate dalle batterie campali della difesa costiera ottomana. L’effetto del tiro delle unità italiane si rivelò subito efficace, e proseguì ininterrottamente fino a sera: due cannoniere si arenarono, crivellate di colpi, due presero fuoco, altre tre furono affondate assieme ad una nave cisterna. La mattina successiva, una squadra d’arrembaggio del Piemonte catturò l’unica unità sopravvissuta, lo yacht armato Shipka, che venne disincagliato e portato a Massaua, innalzando la bandiera della Regia Marina. L’intera operazione fu effettuata evitando accuratamente di colpire le zone abitate dalla locale popolazione araba.

Il dominio del mare, conseguito distruggendo definitivamente le forze navali turche nel Mar Rosso, permise alla Marina di appoggiare, nel corso dell’anno, la rivolta araba guidata da Sayyid Muhammad al Idrisi, signore della regione costiera dell’Asir, contro l’Impero Ottomano. Nel 1916 il mitico Lawrence d’Arabia passerà alla storia per aver ripetuto ad Aqaba quelle stesse mosse intraprese quattro anni prima dalla Regia Marina e da un efficientissimo, ora come allora, Reparto Informazioni.

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