La Battaglia di Guadalajara

8 Marzo 1937: inizia la Battaglia di Guadalajara, durante la Guerra civile spagnola, con l’offensiva del corpo volontario italiano contro le forze della Seconda repubblica spagnola.

Fu combattuta tra l’8 e il 23 marzo 1937, e si rivelò essere una delle più note e importanti battaglie di tutta la Guerra civile spagnola.

Quest’ultima si svolse tra il luglio 1936 e l’aprile 1939. Gli schieramenti scesi in campo vedevano schierati da una parte i Nazionalisti (noti come “Nacionales”), autori del colpo di Stato ai danni della Seconda Repubblica Spagnola, e dall’altra i Repubblicani (noti come “Republicanos”), composti da truppe fedeli al governo repubblicano, guidati dal Fronte Popolare di ispirazione marxista.

La guerra portò al crollo della Seconda Repubblica Spagnola, e segnò l’inizio della dittatura da parte del generale Francisco Franco (Ferrol, 4 dicembre 1892 – Madrid, 20 novembre 1975).

I Nazionalisti di Francisco Franco della Divisìon Soria furono affiancati dal Corpo truppe volontarie italiane, costituite appositamente per affrontare la Guerra civile spagnola; queste subirono il peso principale dello scontro. Le truppe del CTV vennero poste sotto il comando del Generale di Brigata Mario Roatta (Modena, 2 febbraio 1887 – Roma, 7 gennaio 1968).

Al centro della Nuova Castiglia, la città di Guadalajara rappresentava il punto di convergenza di importanti strade che dal Nord e dal Mediterraneo si dirigevano verso Madrid, distante 58 chilometri. Proprio la particolare posizione strategica di Guadalajara rese questo territorio il luogo ideale per una contesa militare. Oltre alle forze governative, parteciparono allo scontro le brigate internazionali, nelle quali militavano numerosi antifascisti italiani. Dalla parte dei Nazionalisti, invece, come detto, combatté il Corpo Truppe Volontarie italiano.

La battaglia iniziò proprio con un’offensiva italiana, la quale si spinse fino al borgo di Trijueque, comune spagnolo situato nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancia.

Questa la cronaca della prima giornata di battaglia (8 marzo 1937):

“I fascisti italiani, euforici per la conquista di Malaga, attaccarono le posizioni conquistate dai Repubblicani nell’Alcarria. Quello fu l’ennesimo tentativo di isolare Madrid; questa volta il tentativo provenne da Nord, lungo la direttrice Guadalajara-Alcalà de Henares. Il CTV, agli ordini del generale Roatta, contava all’incirca 50000 uomini, appoggiati da 250 carri armati, 230 pezzi di artiglieria mobile, una compagnia di carri lanciafiamme, 50 aerei da caccia e 12 ricognitori e un parco di oltre 4.000 automezzi di ogni tipo. Questo era inoltre supportato da una divisione spagnola, forte di 20000 soldati.

A fronteggiare questa possente massa di manovra vi erano appena 6/7000 miliziani del Levante, di cui la metà in linea, armati di fucili e poche mitragliatrici. Dopo un intenso fuoco di artiglieria, gli italiani avanzarono e travolsero le difese repubblicane. Il generale Roatta proclamò tronfiamente: ‘Domani saremo a Guadalajara, dopodomani ad Alcalà de Henares e tra tre giorni a Madrid’.

Il 10 marzo i fascisti, dopo aver occupato Brihuega, proseguirono fino al fiume Tajuña: erano ormai a 26 chilometri da Guadalajara. L’azione combinata di carri armati e aerei lealisti inflisse tuttavia gravi perdite agli attaccanti.

Tra il 12 e il 14 le forze italiane si assestarono sulle posizioni raggiunte, riuscendo lucidamente a respingere i contrattacchi repubblicani, in attesa che la branca meridionale della manovra d’accerchiamento si mettesse in moto. Il 15 marzo i repubblicani, forti dell’inattività del fronte sud, riuscirono a far affluire forze fresche assieme a un’intera brigata di carri armati sovietici, e pianificarono così una controffensiva. Riuscirono così a riconquistare Trijueque. I fascisti sostituirono le loro truppe di linea, ormai sbandate e stremate, con due unità fresche, mentre Roatta chiese a Franco l’autorizzazione a sospendere i combattimenti e a porsi sulla difensiva per far riposare le truppe e riorganizzarle.

Il 18 marzo l’azione combinata di aerei, carri armati e artiglieria repubblicana gettò il panico tra le fila fasciste. Le divisioni appena arrivate in linea, già demoralizzate alla vista della ritirata disordinata dei loro camerati, furono a loro volta travolte e costrette alla fuga. Vennero fatti 200 prigionieri e fu catturato moltissimo materiale bellico riutilizzabile. Quel giorno, dunque, grazie a una puntata in massa di carri T26-B contro le linee italiane, i repubblicani forzarono il ripiegamento dello schieramento nazionalista, recuperando circa la metà del terreno perso dall’inizio dell’offensiva. Su queste nuove posizioni i due schieramenti si affrontarono fino al 23 marzo senza più modifiche di rilievo del fronte.

Il 24 marzo un’unità di Lister raggiunse il km. 97 della strada di Francia, praticamente da dove erano partiti i fascisti all’inizio della battaglia. I legionari furono rilevati da una brigata di navarresi; il CTV venne così avvicendato da truppe nazionaliste spagnole. Gli italiani negli scontri persero 1500 uomini, 1200 i prigionieri. Nella battaglia si affrontarono anche per la prima volta italiani fascisti del CTV e antifascisti del Battaglione Garibaldi inserito all’interno della XII Brigata internazionale, in quella che fu per questo definita “una guerra civile nella guerra civile”.
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L’inquadramento del C.T.V. era il seguente:

Comandante in capo: Gen. Mario Roatta.
Capi di S.M.: Ten. Colonnelli Faldella e Zanussi.

– Reparto: 1a Divisione «Dio lo vuole» (CC.NN.)

Comandante: un Gen. dell’Esercito

Composizione:

1° Gruppo Banderas (Bandera «Aquila» – Bandera «Leone» -Bandera «Carroccio» – batteria d’accompagnamento – reparto genio);

2° Gruppo Banderas (Bandera «Indomita» – Bandera «Folgore» – Bandera «Falco» – batteria d’accompagnamento – reparto genio);

3° Gruppo Banderas (635a Bandera – Bandera «Uragano» –
Bandera «Tempesta» – batteria di accompagnamento – reparto genio).

– Reparto: 2a Divisione «Fiamme Nere»(CC.NN.)

Comandante: Gen. Guido Coppi

Composizione:

6° Gruppo Banderas (Bandera «Ardita» – Bandera «Intrepida» – Bandera «Audace» – batteria di accompagnamento sezione genio);

7° Gruppo Banderas (Bandera «Inflessibile» – Bandera «Implacabile» – Bandera «Disperata» – batteria d’accompagnamento – sezione genio);

8° Gruppo Banderas (Bandera «Inesorabile» – 730a Bandera – Bandera ?? – batteria d’accompagnamento – sezione genio);

4° Gruppo Banderas (Bandera «Toro» – Bandera «Bisonte» –
Bandera «Bufalo» – la batteria da 65/17 – sezione genio);

5° Gruppo Banderas (540a Bandera – Bandera «Lupi» –
Bandera ?? – Bandera ?? – batteria da 65/ 17 – sezione genio);

Raggruppamento di artiglieria divisionale: quattro gruppi di vari calibri, una batteria antiaerea da 20 mm.

– Reparto: 3a Divisione «Penne Nere» (CC.NN.)

Comandante: Gen. Luigi Nuvoloni

Composizione:

9° Gruppo Banderas (Bandera ?? – Bandera ?? – Bandera ?? –
batteria da 65/17 – sezione genio);

10° Gruppo Banderas (Bandera «Tembien» – Bandera «Seirè» – Bandera «Carso» – batteria da 65 17 – sezione genio);

11° Gruppo Banderas (830a Bandera – Bandera «Vampa» –
Bandera «Freccia» – batteria da 65/17 – sezione genio).

– Reparto: 4a Divisione «Littorio» (Esercito)

Comandante: Gen. Annibale Bergonzoli

Composizione:

1° Reggimento di fanteria (su 3 btg): batteria d’accompagnamento, sezione genio;

2° Reggimento di fanteria (su 3 btg): batteria da 65/17, sezione genio;

Battaglione mitraglieri divisionale;

Reggimento di Artiglieria: due Gruppi da 100/17, una batteria da 20 mm;

Raggruppamento Carri d’assalto e autoblindo: quattro compagnie carri L, una compagnia di autoblindo, una compagnia di motomitraglieri, una sezione c.c. da 47 mm, una Cp. chimica lanciafiamme.

– Reparto: Artiglieria del C.T.V.

Comandante: Gen. Ugo Zanotti

Composizione: 10 Gruppi di vari calibri, una batteria contro-aerea da 75, una batteria da 20.

– Reparto: Raggruppamento del Genio

Comandante: Gen. Michele Molinari

Composizione: reparti suddivisi tra le varie divisioni.

(dati presi dal sito: www.regioesercito.it)

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