La Battaglia di Cornuda

La Battaglia di Cornuda

Cornuda è attualmente un comune italiano di 6267 abitanti della provincia di Treviso in Veneto.

Il Comune di Cornuda, proprio per la sua posizione strategica, è stato testimone e artefice di un fatto d’armi risorgimentale denominato per l’appunto “Battaglia di Cornuda”. Tale evento viene considerato ancora oggi il primo, vero combattimento del Risorgimento avvenuto tra soldati italiani e occupanti austriaci all’indomani di avvenimenti che, in rapida sequenza, avevano portato molte città, cittadine e centri minori di tutto il Lombardo-Veneto a ribellarsi all’invasione austro-ungarica, ormai considerata insostenibile.

Oppose una legione dell’esercito pontificio, rinforzata da numerosi volontari agli ordini del generale Ferrari, all’esercito austriaco guidato dal generale Nugent. Il combattimento di Cornuda viene unanimemente considerato il primo conflitto in cui si combatté in nome dell’Italia, essendo il contingente italiano costituito esclusivamente da patrioti arruolatisi come volontari e soldati regolari che, sempre per scelta patriottica, si posero al di fuori dell’esercito pontificio, decidendo di non obbedire all’ordine papale di disimpegnarsi dal conflitto e rientrare nelle province pontificie.

Lo Stato Pontificio si era trovato di fatto impegnato in una guerra contro l’Austria per l’indipendenza italiana, in precedenza. Tuttavia, il 13 aprile 1848 una speciale commissione cardinalizia impose lo sganciamento del Papa dal movimento patriottico italiano. Attraverso l’allocuzione “Non semel”, composta dal Concistoro dei cardinali il 29 aprile 1848, furono messe in evidenza le motivazioni della posizione assunta dal Papa, che, quale capo della Chiesa universale e allo stesso tempo capo di uno Stato italiano, non poteva mettersi in guerra contro un legittimo regno. Il pontefice annunciò quindi il ritiro delle truppe regolari comandate dal generale Durando.

Le truppe regolari pontificie, al comando per l’appunto del generale Durando, e quelle volontarie, guidate dal generale Andrea Ferrari, rifiutarono tuttavia di seguire l’implicito ordine del Pontefice e si unirono alle truppe combattenti contro l’Austria, in quella che viene conosciuta come Prima Guerra di Indipendenza.

L’evento bellico si svolse a nord-ovest di Cornuda, in una zona collinare sulla riva destra del Piave. Nel tardo pomeriggio dell’8 maggio, gli schieramenti si attestarono sulle rive del torrente Nasson. Lì gli italiani, al comando del generale Ferrari, furono raggiunti dal grosso dell’esercito pontificio. Verso le 19 gli Austriaci riuscirono a passare dall’altra parte del fiume e a conquistare due colline, ma furono comunque ricacciati. La mattina seguente gli Italiani si trovarono in difficoltà e dovettero indietreggiare. Nel frattempo, il generale Durando avvertì Ferrari che le sue truppe erano in marcia e sarebbero giunte in aiuto il prima possibile. Durante l’attesa, Ferrari decise di inviare una carica di 50 dragoni; 40 di loro furono sacrificati, ma gli Austriaci, spiazzati, attesero le 15 per riprendere gli scontri. Verso le 18 Durando non era ancora arrivato e Ferrari decise di ripiegare verso Treviso. Gli Austriaci diedero il tempo ai nemici di ritirarsi, per poi occupare Cornuda.

Un quadro di discrete dimensioni, dipinto da Gaetano Fabris, illustra proprio la battaglia risorgimentale della quale probabilmente, al di fuori del Veneto, ben poche persone hanno mai sentito parlare. Eppure, come detto, si trattò di un fatto di una certa rilevanza, benché di esito sfortunato per le armi italiane.





Precedente La Grande Guerra delle donne Successivo L'Operazione Paperclip