La Battaglia delle isole Komandorski

La Battaglia delle isole Komandorski, 26 Marzo 1943

La battaglia delle isole Komandorski, parte del teatro del Pacifico della Seconda guerra mondiale, fu essenzialmente uno scontro navale avvenuto tra la Marina Imperiale Giapponese e la United States Navy nell’estremo settentrione dell’Oceano Pacifico, a Sud delle sovietiche isole del Commodoro.

Tutto iniziò a seguito dell’invasione nipponica delle isole Attu e Kiska, situate nelle Aleutine occidentali. Le isole Aleutine sono un arcipelago situato nell’oceano Pacifico settentrionale, amministrativamente appartenente all’Alaska (Stati Uniti d’America) tranne le Isole del Commodoro, appartenenti al Kraj di Kamčatka della Federazione Russa. Visto che le Aleutine costituivano una specie di punto di contatto per gli aerei tra il continente nord-americano e l’Estremo Oriente, il loro valore strategico appare ancora oggi incontestabile. Quella catena di isole, a onor del vero, ha rappresentato una delle più difficili zone di in cui poter dar vita a dei combattimenti; si tratta, infatti, di isole montuose e rocciose che presentano condizioni meteorologiche mai ottimali, con nebbie costanti e fittissime, venti violentissimi (conosciuti sul luogo col nome di “Williwaws”) con relativo mare grosso.

Gli Stati Uniti, dopo esser venuti a conoscenza della presenza di un convoglio di rifornimenti giapponesi diretti ad Attu, inviarono una squadra di navi da guerra comandata dal contrammiraglio Charles McMorris per intercettare il contingente di navi. Un convoglio piccolo, quello nipponico, ma ben protetto.

La squadra navale americana era formata da due incrociatori, il “Salt Lake City” e il “Richmond”, e da quattro cacciatorpediniere (“Coghlan”, “Bailey”, “Dale” e “Monaghan”), al comando dell’ammiraglio McMorris che era a bordo del “Richmond”; l’equipaggio del “Salt Lake City” era per il 70% formato da personale alla prima uscita in mare.
La squadra nipponica, al comando del viceammiraglio Boshirō Hosogaya (Prefettura di Nagano, 26 giugno 1888 – 8 febbraio 1964), era formata da un incrociatore pesante (“Nachi”), due incrociatori leggeri e otto cacciatorpediniere, di scorta al convoglio di rifornimenti per le guarnigioni giapponesi nelle isole di Kiska e Attu.

Questa la cronologia della battaglia:

07:30: il cacciatorpediniere “Coghlan” e l’incrociatore leggero “Richmond” entrano in contatto radar con le due navi in coda del convoglio nipponico;

07:40: le navi americane in coda aumentano la velocità per presentarsi allo scontro in gruppo compatto; intanto viene individuato un totale di cinque navi nemiche;

08:11: gli americani identificano visivamente le navi nipponiche, due navi da trasporto, due incrociatori leggeri e un cacciatorpediniere;

08:20-08:35: gli americani individuano altre quattro navi nemiche, due incrociatori pesanti e due cacciatorpediniere;

08:39: la flotta americana aumenta la velocità a 25 nodi;

08:40: l’incrociatore pesante giapponese “Nachi” apre il fuoco sul “Richmond” da una distanza di 20 km circa;

08:41: il “Richmond” di risposta apre il fuoco sul “Nachi”;

08:42: anche l’incrociatore pesante “Salt Lake City” apre il fuoco sul “Nachi” da una distanza di 21 km circa. I cacciatorpediniere “Bailey” e la “Coghlan” aprono a loro volta il fuoco, da una distanza rispettivamente di 14 e 18 km, sul “Nachi”;

09:03 – 09:10: il “Richmond” cessa il fuoco mentre il “Salt Lake City” viene colpito da un proiettile;

09:20 – 11:52: il “Salt Lake City” riceve altri 5 colpi e inizia a imbarcare acqua, che fortunatamente spegne l’incendio scoppiato nel locale caldaie;

11:54 – 12:03: il “Salt Lake City” rallenta fino a fermarsi, ma i cacciatorpediniere “Bailey”, “Coghlan” e “Monaghan” giungono in suo soccorso, attaccando le navi giapponesi e costringendole a cessare l’attacco contro l’incrociatore danneggiato;

12:03: il “Salt Lake City” riesce a riavviare i motori;

12:25: il cacciatorpediniere “Bailey” viene colpito due volte e il “Coghlan” una volta;

12:30: le navi giapponesi si ritirano verso ovest.

Il duello di artiglierie comportò danni lievi per il convoglio americano, e le vittime furono poche. Difficile calcolare esattamente il danno inflitto ai giapponesi, ma è certo che la Battaglia delle isole Komandorski rappresentò una vittoria strategica per gli Stati Uniti, che avevano impedito a una superiore forza nipponica, attaccandola per tre ore consecutive, di rinforzare le guarnigioni giapponesi di Kiska e Attu.

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