La Battaglia del Ponte di Arcole

Guerre napoleoniche: la Battaglia del Ponte di Arcole – Le forze francesi sconfiggono gli Austriaci in Italia.

La battaglia, combattuta dal 15 al 17 novembre del 1796 presso il comune veronese di Arcole, fu un famoso episodio della prima campagna d’Italia condotta da Napoleone Bonaparte. Lo scontro si risolse con una vittoria francese. Le speranze del comandante austriaco Alvinczy (Berberek, 1º febbraio 1735 – Ofen, 25 novembre 1810) di riunirsi al generale Davidovich per liberare Mantova, così, si infransero inevitabilmente.

Per campagna d’Italia intendiamo quella serie di operazioni militari guidate da Napoleone Bonaparte alla testa dell’Armata d’Italia, durante la Guerra della Prima Coalizione. Questa venne combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell’Antico regime (Regno di Sardegna, Sacro Romano Impero e Stato Pontificio).

L’obiettivo dell’esercito austriaco in Italia, in quel momento forte di 46000 uomini all’incirca, dopo la sconfitta subita nella Battaglia di Castiglione, era quello di riconquistare Trento e Bassano del Grappa con una marcia in due colonne. Queste si sarebbero poi riunite a Verona, luogo da cui si sarebbe finalmente proseguito per Mantova.

Nella notte tra il 14 e il 15, i Francesi uscirono da Verona verso occidente. Le truppe furono fatte ripiegare lungo l’Adige e nella serata giunsero a Ronco. Là, durante la notte precedente, era stato lanciato un ponte di barche: all’alba l’Armata d’Italia poté passare sulla sponda sinistra dell’Adige nella vasta palude a destra dell’Alpone, nei pressi di Arcole.

Bonaparte, resosi conto di non poter affrontare un nemico tre volte superiore numericamente su un terreno normale, aveva deciso di attaccarlo su un fianco attirandolo in una zona paludosa, dove la superiorità sarebbe stata poco determinante. La mossa, del tutto inattesa, non fu nemmeno tempestivamente compresa dal comando austriaco, che ad Arcole aveva dislocato soltanto due battaglioni di Croati.

Dal punto in cui erano sbarcati i Francesi partivano tre sentieri, tutti circondati dalle paludi. L’esercito fu così diviso in tre colonne, ciascuna delle quali prese una direttrice di marcia. I Croati, che si trovavano sulla sinistra dell’Alpone, opposero una fiera resistenza contro la sponda opposta dove si trovavano i Francesi. La divisione francese Augereau doveva passare il ponte di Arcole per giungere a Villanova, dove si trovavano parecchie artiglierie nemiche, allo scopo di separarle dal grosso dell’esercito attestato a Caldiero. Attorno al ponte infuriò a lungo la mischia, ma i Francesi non riuscirono a passare nemmeno dopo che l’Augereau, impugnata una bandiera, si lanciò diritto sul ponte.

Nel frattempo la divisione Masséna, che marciava verso Belfiore, intercettò la divisione del generale Provera, inviata d’urgenza dall’Alvinczi verso Arcole, e riuscì a sgominarla. Augereau, vista l’impossibilità di passare il ponte di Arcole, ordinò la ritirata. Bonaparte intuì la gravità della situazione. Ordinò allora al generale Guieux di passare con mezza brigata sulla sinistra dell’Alpone, ed egli stesso si pose in marcia verso Arcole.

Bonaparte riuscì a ricongiungersi alla colonna di Augereau in ritirata, e a riportarla al ponte di Arcole. I Francesi si lanciarono nuovamente sul ponte, riuscendo a respingere i nemici e permettendo a Bonaparte, caduto nella palude per un tiro d’artiglieria, di uscire salvo dalle acque. La giornata si concluse con il ritiro delle truppe in guerra nei rispettivi quartieri. I Francesi tornarono sulla più sicura sponda destra dell’Adige, presso il ponte di barche di Ronco. Il primo giorno della battaglia di Arcole aveva comunque dato ai Francesi un importante risultato: l’allontanamento dell’immediato pericolo di assedio per Verona.

La seconda giornata della battaglia di Arcole (16 novembre) vide i Francesi ripassare l’Adige e combattere con successo gli Austriaci, che si erano ormai saldamente attestati attorno ad Arcole. Due divisioni dell’Alvinczi furono distrutte. Alla fine della giornata, le truppe di Bonaparte ripassarono sulla sponda destra del fiume, come la sera precedente.

Il 17 novembre Alvinczi, male informato e credendo che Bonaparte fosse stato inviato in soccorso di Mantova, ordinò alle truppe di puntare su Ronco per distruggere il ponte di barche. Là, ad attenderle, vi era l’Armata Francese al completo. Gli scontri si ripeterono violentissimi durante tutta la mattinata, mentre la divisione Masséna ebbe nuovamente ragione del nemico. Nel pomeriggio Bonaparte, calcolato che in due giorni la superiorità numerica degli Austriaci era scesa di ventimila unità e che il vantaggio sulla sua Armata si era ridotto a un terzo circa, decise di spingere l’azione alla fase conclusiva. Fece così uscire le truppe fuori delle paludi.

Il ponte di Arcole fu finalmente superato dall’Augereau, che entrò così nel palazzo Malaspina, già presidio dei Croati. Da Legnago giunsero alcuni rinforzi francesi, che presero alle spalle gli Austriaci. La Masséna continuava intanto ad ottenere successi. Alvinczi, per non essere intercettato in fuga, si ritirò velocemente su Montebello Vicentino, mentre i Francesi divennero padroni indisturbati del campo di Arcole. Anche il terzo tentativo austriaco per liberare Mantova era fallito.

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