La Battaglia degli Altipiani

27 giugno 1916: finisce la Battaglia degli Altipiani (combattuta tra il 15 maggio e il 27 giugno 1916), parte del Fronte Italiano della Prima guerra mondiale.

Le truppe del generale Cadorna riuscirono a bloccare l’avanzata austro-ungarica in Trentino per poi passare al contrattacco, in quella che è stata definita dagli Italiani come “Strafexpedition”, traduzione in tedesco di “spedizione punitiva”. Luogo della battaglia: gli altipiani vicentini.

La Strafexpedition, ovvero quell’offensiva sferrata il 15 maggio 1916 contro il nostro Paese, mirava – stando ai piani predisposti dai vertici militari e politici di Vienna – ad attaccare in forze dal Trentino per isolare le armate italiane schierate sull’Isonzo, per poi arrivare al Po. Un’azione motivata anche dall’intenzione di punire l’Italia per aver tradito la Triplice Alleanza. Il settore scelto per l’attacco fu quello del territorio tra le due valli che portano alla pianura veneta: la Val d’Adige e la Valsugana. Una zona montuosa decisamente accidentata, caratterizzata dalla presenza di profonde gole dominate da picchi alti anche duemila metri tra i quali vi sono numerosi pascoli pianeggianti.

Le truppe guidate dal maresciallo Franz Conrad von Hötzendorf erano riuscite a spingere gli Italiani fino ai margini dell’Altopiano di Asiago. Il terreno montuoso aveva favorito gli attaccanti nella prima fase dell’offensiva, ma, nel contempo, aveva anche reso difficile lo sfondamento nella pianura vicentina.

Furono l’arrivo di nuovi rinforzi (vennero chiamati uomini da tutta Italia e spostati battaglioni già impegnati su altri fronti) e la formazione di una nuova armata guidata dal generale Cadorna che, dai primi di giugno, consentirono una lenta ma costante controffensiva tricolore che costrinse i nemici ad arretrare progressivamente, indeboliti dalla difficoltà di approvvigionamento e dall’impossibilità di far avanzare, a supporto di una logorata fanteria, le artiglierie medie e pesanti, rimaste bloccate sulle posizioni di partenza.

Il 4 giugno, inoltre, dalla Russia partì un’offensiva sul Fronte Orientale, in Galizia, la quale costrinse Vienna a far ripiegare in quell’area rinforzi dal Tirolo. Anche questo costrinse il generale Conrad, il 15 giugno, a sospendere l’azione e a far ritirare i propri uomini su posizioni meglio difendibili e meno esposte al rischio di aggiramenti da parte degli avversari.

Approfittando di un momentaneo stop della controffensiva, il 25 giugno l’arciduca Eugenio, comandante generale austriaco operante sul Fronte Occidentale, ordinò l’assestamento a carattere permanente sulle posizioni delineatesi. Due giorni dopo, ovvero il 27 giugno 1917, anche gli Italiani decisero di sospendere la loro controffensiva. Entrambi gli eserciti dovevano riprendere le energie e riempire i varchi lasciati dalle pesantissime perdite (150000 Italiani e più di 80000 Austro-Ungarici) subite nella battaglia. Si rese dunque necessario il bisogno di un riordinamento operativo e organizzativo delle linee italiane.

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