Il sacrificio di Pietro Micca

30 agosto 1706: Pietro Micca si sacrifica per liberare Torino dall’assedio delle forze franco-spagnole.

Pietro Micca (Sagliano Micca, 5 marzo 1677 – Torino, 30 agosto 1706) è stato un militare italiano. Arruolato come soldato-minatore nell’esercito del Ducato di Savoia, è storicamente ricordato per il celebre episodio di eroismo nel quale perse la vita e che consentì alla città di Torino di resistere all’assedio francese del 1706, durante la Guerra di Successione Spagnola.

Il 29 ottobre 1704 sposò Maria Caterina Bonino, e ne ebbe il figlio Giacomo Antonio. Lavorò inizialmente come muratore. Rimasto disoccupato, si arruolò nella compagnia minatori nell’Esercito sabaudo, allora impegnato nella Guerra di Successione Spagnola (1702-1714). Nacque dal matrimonio tra Anna Martinazzo, originaria della frazione Riabella di San Paolo Cervo, con il muratore Giacomo Micca, nativo di Sagliano, oggi Sagliano Micca. Proveniva da una famiglia comunque modesta.

Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706, durante l’assedio di Torino da parte dell’esercito francese, forze nemiche entrarono in una delle gallerie sotterranee della Cittadella, uccidendo le sentinelle e cercando di sfondare una delle porte che conducevano all’interno. Pietro Micca era in quel momento di guardia insieme a un commilitone.

I due soldati sentirono dei colpi di arma da fuoco, e immediatamente capirono che non avrebbero resistito a lungo: decisero così di far scoppiare della polvere da sparo allo scopo di provocare il crollo della galleria e non consentire il passaggio alle truppe nemiche. Non potendo utilizzare una miccia lunga, in quanto avrebbe impiegato troppo tempo per far esplodere le polveri, Micca decise di impiegarne una corta, conscio del rischio che avrebbe corso. Allontanò repentinamente il compagno, pronunciando una frase che sarebbe diventata storica: “Alzati, che sei più lungo d’una giornata senza pane”, e senza esitare diede fuoco alle polveri, cercando poi di mettersi in salvo correndo lungo la scala che portava al cunicolo sottostante.

Micca morì tuttavia travolto dall’esplosione, e il suo corpo fu scaraventato a una decina di metri di distanza. Fu sepolto in una tomba comune.

La celebrazione della figura di Pietro Micca iniziò con la pubblicazione nel 1781 del suo elogio, scritto dal conte Durando di Villa, e con la novella “L’amor della patria” di Francesco Soave, del 1782. A Sagliano esiste ancora la casa nativa. Fu visitata da Garibaldi nel 1859, nel 1880 da Umberto I, che inaugurò il monumento di Micca nella piazza del paese, e nel 1906 dalla regina Margherita di Savoia.

Alla sua memoria il Comune di Torino ha intitolato nel 1897 la via omonima che collega la vicina piazza Solferino alla centralissima piazza Castello. Un Museo a lui intitolato, ideato dal generale Amoretti e dedicato al suo gesto e all’assedio del 1706, si trova sempre a Torino, nell’edificio della Cittadella.

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