Il nuovo assetto dell”Europa

Le conseguenze delle politiche espansioniste di Bonaparte: il nuovo assetto dell’Europa.

Nel periodo successivo alla pace di Amiens Napoleone aveva dato vita, come visto in precedenza, a una politica espansionista ad ampio raggio, che modificò nettamente il sistema continentale europeo. La repressione della rivolta degli schiavi a Santo Domingo rilanciò l’iniziativa francese nelle Antille, mentre l’acquisizione nel 1800 della Louisiana dalla Spagna (territorio che verrà venduto agli Stati Uniti pochi anni dopo) sembrava confermare i timori del governo di Londra circa il tentativo di ricostituire un impero coloniale francese in grado di minacciare (come già aveva dimostrato l’offensiva lanciata in Egitto) gli interessi strategici e commerciali dell’Inghilterra nel mondo. L’influenza britannica sul Vecchio Continente risultava inoltre seriamente minacciata dal continuo ampliamento dell’egemonia francese.

Il matrimonio con Maria Luisa d’Asburgo aveva legato la Francia e l’Austria con un vincolo dinastico che rafforzò in Napoleone l’idea della costruzione di un unico spazio europeo che gravitasse, pur conservando la sua articolazione in regni ed imperi, intorno alla Francia. Entro questa prospettiva anche il blocco continentale assunse un significato diverso; non fu più soltanto uno strumento di lotta contro l’Inghilterra, ma un bastione al riparo del quale dovevano organizzarsi una nuova economia ed una nuova politica europee.

Interessante il fatto che geograficamente l’Impero napoleonico del 1809-1812 coincideva con l’antico Impero romano d’Occidente, mentre economicamente può essere paragonato all’area del Mercato Comune Europeo del XX secolo, con la differenza, però, che Napoleone cercava di assicurare alla Francia la supremazia economia sul continente. Così se l’Inghilterra, da parte sua, proseguiva una lotta implacabile, questa non tendeva soltanto alla sua sicurezza immediata, ma anche ad impedire che la concorrente industria francese si impadronisse dei mercati dell’intera Europa. Gli Inglesi, pertanto, reagirono con forza sia sostenendo i nemici di Napoleone all’interno della stessa Francia (le bande realiste) sia fomentando la guerriglia nei regni vassalli, dalla Spagna all’Italia meridionale. Costrinsero inoltre i Francesi ad una logorante vigilanza nello sforzo di stroncare il traffico di contrabbando attraverso il quale i prodotti dell’industria inglese e di quella coloniale (zucchero, caffè, cotone) non cessavano di penetrare clandestinamente attraverso tutte le frontiere.

Il Blocco, come tutta la politica economica di Napoleone, suscitava profondo malcontento in Europa. La Russia, ad esempio, forte esportatrice di legname, di grano, di canapa, di cuoio, dovette rinunziare al tradizionale mercato inglese; la flotta commerciale olandese, poi, restò paralizzata nei propri porti e, anche in Francia, non mancarono settori di produzione che soffrirono per la chiusura dei mercati.

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