Il miracolo di Valmy

La battaglia di Valmy fu un momento decisivo per gli eventi successivi che porteranno alla Rivoluzione francese.

Nell’attesa delle elezioni per la nuova Costituente è la Comune insurrezionale, sorta dagli avvenimenti del 10 agosto precedentemente descritti, che domina la scena politica in aperto conflitto con la Legislativa, rappresentante ancora del potere legale e dominata ormai dai Girondini. La Comune pretese l’istituzione di un ‘tribunale criminale straordinario’ per giudicare i delitti contro la Rivoluzione, mentre da ogni parte della Francia affluivano a Parigi i volontari e si distribuivano armi al popolo. Tutto ciò, comunque, non poteva bastare a fermare le colonne nemiche che, dopo la resa delle fortezze di confine (Longwy, 23 agosto 1792; Verdun, 1°settembre 1792), si trovarono aperta la via di Parigi. A questo punto l’esasperazione popolare e l’ossessione per il tradimento divennero incontenibili: si presero d’assalto le prigioni e si uccisero i cittadini sospetti qui ammassati in attesa di processo (evento noto ai più come ‘Stragi di settembre’), senza che la Legislativa osasse intervenire in alcun modo.

Questa vertigine omicida fu anche il segno di un’intransigente determinazione, di una disperata volontà di resistenza che finì per riflettersi sull’animo dei soldati. Certo è che dopo la decisiva battaglia di Valmy (20 settembre 1792) i Prussiani avanzanti dovettero ripiegare. Fu una vittoria morale, oltre che strategica: l’esercito prussiano, il più forte esercito dell’Europa dei re, era stato bloccato dall’armata sanculotta. Il ‘miracolo’ di Valmy, la sera stesso dello scontro, ispirò a Wolfgang Goethe parole profetiche: “D questo luogo e da questo giorno comincia una nuova era nella storia del mondo”. Il giorno stesso di Valmy si insediò a Parigi la nuova Assemblea costituente, la Convenzione nazionale. Questa iniziò i suoi lavori dichiarando decaduta la monarchia. Seguirono l’instaurazione della Repubblica una e indivisibile e la proclamazione d’una nuova era della storia dell’umanità, segnata con l’anno I del calendario rivoluzionario.

“Valmy non fu una grande battaglia, ma un semplice cannoneggiamento che terminò con la ritirata prussiana; questo scontro, in cui le truppe francesi male addestrate sostennero senza cedere l’urto prussiano, fu però un successo simbolico di portata molto superiore alle sue conseguenze materiali immediate”.

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