Questo fu il contesto dal quale emersero delle dottrine politiche volte a rivalutare l’esperienza storica e la tradizione spirituale di ogni Nazione, tali da assurgere a riferimento idealistico per ciascun popolo. Già l’irlandese Edmund Burke (1729-97), alla fine del Settecento, aveva dato vita ad una dura polemica contro i fondamenti ideologici della Rivoluzione francese dando invece risalto all’esperienza britannica, frutto di un’ampia ed equilibrata sintesi tra progresso e tradizione.
L’origine divina dello Stato monarchico e la missione purificatrice della Chiesa sono alla base dell’analisi del francese Louis de Bonald (1754-1840), politico, scrittore, filosofo, militare e pubblicista, grande avversario della Rivoluzione francese, e del savoiardo Joseph De Maistre (1753-1821), filosofo, politico, diplomatico, scrittore, magistrato e giurista italiano di origine francese, per il quale la volontà popolare non può avere alcun peso di fronte ai disegni della provvidenza; ma è grazie all’opera del grande filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) che il dibattito raggiunse un livello decisamente superiore, come vedremo nel prossimo articolo.