Guerra di Corea: l’Operazione Ripper

7 Marzo 1951, Guerra di Corea: scatta l’Operazione Ripper – In Corea, truppe statunitensi, guidate dal generale Matthew Ridgeway, iniziano un assalto contro le forze della Repubblica Popolare Cinese.

L’Operazione Ripper, conosciuta anche come la Quarta Battaglia di Seoul, fu un’operazione militare delle Nazioni Unite concepita dal comandante dell’Ottava Armata americana, il generale Matthew Ridgway, (Fort Monroe, 3 marzo 1895 – Fox Chapel, 26 luglio 1993), durante la Guerra di Corea. Lo scopo bellico principale di tale operazione era quello di logorare, per quanto possibile, le truppe del Chinese Communist People’s Volunteer Armye e dell’esercito Nord-Coreano, stanziate intorno a Seul; altro obiettivo non secondario erano le città di Hongch’on, a 80 km a Est di Seoul, e Ch’unch’on, a 15 miglia (24 km) più a Sud. Ridgway, inoltre, mirava a portare le truppe ONU nei pressi del 38° parallelo.

L’Operazione Ripper seguì l’Operazione Killer, un’offensiva delle Nazioni Unite durata otto giorni, che si concluse il 28 febbraio, concepita per spingere le forze comuniste a Nord del fiume Han. Fu avviata il 7 marzo 1951, con gli US I Corps e IX Corps ad Ovest, vicino a Seoul e Hoengsong, e gli US X Corps e ROK III Corps a Est, per raggiungere “Line Idaho”, un arco che trova il suo apice appena a Sud del 38° parallelo, in Corea del Sud.

L’Operazione Ripper fu preceduta dal più grande bombardamento, condotto dall’artiglieria, di tutta la Guerra di Corea. Al centro, la 25ª Divisione di Fanteria degli Stati Uniti attraversò rapidamente il fiume Han e stabilì una testa di ponte. Più a Est, il IX Corpo raggiunse la prima linea di operazione l’11 marzo. Tre giorni dopo, l’avanzamento passò alla fase successiva. Nella notte tra il 14 e il 15 marzo 1951, elementi della 1ª Divisione di Fanteria Sudcoreana e la 3ª Divisione di Fanteria degli Stati Uniti liberarono Seoul: quella fu la quarta e ultima volta che la capitale passò di mano dal giugno 1950. Le forze comuniste furono costrette ad abbandonare Seoul quando l’avanzata delle truppe delle Nazioni Unite, a Est della città, stava creando le condizioni per quello che sarebbe stato un accerchiamento fatale.

Dopo aver perso la capitale, le forze comuniste si ritirarono verso Nord, dando vita comunque ad abili azioni di ritardo, utilizzando il terreno accidentato e fangoso per ottenere il massimo vantaggio, in particolare nel settore montagnoso dove era impegnato il X Corps US. Nonostante tali ostacoli, l’Operazione Ripper continuò per tutto il mese di marzo senza interruzione alcuna. Nella regione montuosa centrale, la US IX e la US X Corps avanzarono metodicamente. Hongch’on fu presa il 15 marzo, Ch’unch’on il 22. Questi furono gli ultimi obiettivi dell’Operazione Ripper.

Le forze delle Nazioni Unite erano avanzate verso Nord per una media di all’incirca 30 miglia (48 km) rispetto alle loro linee di partenza. Tuttavia, anche se l’Ottava Armata degli Stati Uniti era riuscita ad occupare i principali snodi geografici prefissati, l’obiettivo di distruggere le forze e le attrezzature cinesi sfuggì nuovamente. Le forze comuniste, quasi sistematicamente, si ritirarono prima che potessero subire danni importanti. La città di Ch’unch’on, importante centro di rifornimento comunista, fu trovata vuota quando le forze dell’ONU la occuparono definitivamente. Entro la fine di marzo, comunque, le forze statunitensi riuscirono a raggiungere il 38° parallelo.

Precedente La Grande Guerra: l'ora di Caporetto Successivo La Battaglia di Guadalajara