Guerra del Vietnam: l’Offensiva del Têt

30/31 Gennaio 1968, Guerra del Vietnam: l’Offensiva del Têt.

Parte della Guerra del Vietnam, che vide contrapposte le forze insurrezionali filo-comuniste (sorte in opposizione al governo autoritario filo-statunitense costituito nel Vietnam del Sud) alle forze governative della Repubblica del Vietnam, creata dopo la conferenza di Ginevra del 1954, l’Offensiva del Têt fu un imponente attacco a sorpresa sferrato dall’esercito Nord-Vietnamita e dai Việt Cộng durante la notte del capodanno vietnamita (Tết Nguyên Ðán), cioè tra il 30 e il 31 gennaio 1968. Avvenne durante la presidenza di Lyndon B. Johnson.

Il nome dell’operazione militare cui diede vita la NVA (North Vietnam Army), l’esercito Nord-Vietnamita alleato dei Việt Cộng, deriva dal particolare momento in cui questa fu avviata. Nella tradizione vietnamita, il Têt Nguyên Dàn corrisponde al nostro primo giorno dell’anno (nel calendario vietnamita, il capodanno cade il 30 gennaio). L’offensiva del Têt, che iniziò appunto nella notte fra il 30 e il 31 gennaio 1968, fu un attacco a sorpresa ben organizzato, sferrato contro le principali città del Vietnam del Sud, all’epoca controllato quasi interamente dalle forze armate statunitensi, che avevano il loro quartier generale nella città di Saigon.

Fino a quel momento, la Guerra del Vietnam si era svolta quasi totalmente a favore degli Stati Uniti, che disponevano di un contingente di uomini nettamente superiore a quello del Vietnam del Nord. Il presidente americano Lyndon Johnson, succeduto a Kennedy nel 1963, disponeva poi di un’enorme quantità di mezzi corazzati, di sofisticati aerei da combattimento e di una potentissima flotta, le cui principali portaerei erano stabilmente ancorate nel golfo del Mare cinese del Sud, che bagna le coste dell’intera regione; in qualsiasi momento, i centri abitati della nazione governata da Ho Chi Minh (presidente della Repubblica Democratica del Vietnam) potevano essere bombardati dai B-52 dell’USAF.

Nel 1967, dopo tre anni di disastrosi risultati militari, il partito comunista di Hanoi si riunì con l’intento di rafforzare l’esercito popolare del Nord con ulteriori effettivi, sfruttando poi le fondamentali debolezze dell’esercito Usa; il profondo e crescente dissapore tra il governo di Washington e l’opinione pubblica americana, che mal sopportava l’idea di dover pagare un alto prezzo in termini di denaro pubblico e vite umane (più di 50000 Marines persero la vita in Vietnam tra il ’64 e il ’75); le tensioni esistenti tra l’esercito statunitense e i loro alleati Sud-Vietnamiti.

Essendo il Têt una festività osservata in tutto il Vietnam, il governo di Hanoi dichiarò pochi giorni prima che avrebbe interrotto completamente le operazioni militari su tutto il territorio per sette giorni, a partire dal 30 gennaio. La festività del Têt era difatti tradizionalmente rispettata con una tregua fin dai combattimenti contro i Francesi. Tuttavia, in quell’occasione si trattò di una trappola architettata ingegnosamente dal leader della NVA, Võ Nguyên Giáp. Gli americani si limitarono a rinforzare le difese intorno alle principali città del Sud, Saigon compresa. Il governo vietnamita volle dare un’ulteriore dimostrazione delle proprie buone intenzioni, intavolando una trattativa di pace temporanea con l’esercito americano. I Nord-Vietnamiti volevano forzare il Vietnam del Sud ad accettare parzialmente le condizioni richieste per un’eventuale riunificazione del Paese.

I soldati Nord-Vietnamiti, fiancheggiati dai Việt Cộng, sferrarono così un violento attacco a sorpresa contro la base americana di Khe Sanh, situata a soli 8 km dal confine con il Laos. Le prime fasi dell’offensiva furono sanguinose, e caratterizzate da rapide azioni di guerriglia. Gli americani riuscirono miracolosamente a salvare la loro base solamente grazie a una serie di massicci bombardamenti sulle linee nemiche nell’ambito dell’Operazione Niagara (articolata in circa 30000 sotto-operazioni militari). Le divisioni della NVA riuscirono a penetrare quasi interamente nel territorio del Vietnam del Sud, assediando numerose città (la più celebre fu l’invasione di Huè, dove i soldati giustiziarono centinaia di cittadini).

Verso la fine di febbraio, l’Offensiva entrò in una fase di stallo, con gli americani che, riconquistando diverse città, ricacciarono verso Nord le armate di Giáp.

L’Offensiva del Têt si concluse formalmente verso la fine di marzo, lasciando sul campo numerose vittime sia da una parte che dall’altra.

Senza dubbio la vittoria militare fu statunitense, dato che le truppe nemiche riuscirono a mantenere le posizioni solamente per poche settimane, e soprattutto perché la superiorità tecnica e militare americana si rivelò schiacciante. D’altra parte, però, il Vietnam del Nord riuscì a ottenere un importante successo dal punto di vista psicologico. Prima di tale offensiva, infatti, la vittoria finale americana era data praticamente per scontata. L’improvviso attacco dei Nord-Vietnamiti sferrò tuttavia un duro colpo alla sicurezza degli americani e destò una rabbiosa reazione in patria. Nei mesi successivi al gennaio del ’68 furono infatti organizzate numerose proteste in America, principalmente studentesche, le quali si sarebbero presto diffuse in tutto il mondo occidentale.

Da quel momento in poi, l’esito finale della guerra del Vietnam sarebbe stato segnato in favore dei Nord-Vietnamiti; le operazioni militari cessarono definitivamente nel 1975, con la presa di Saigon (il governo americano aveva già ritirato le sue truppe nella primavera del ’73 in seguito al Trattato di Parigi).

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