Guerra del Vietnam: la riunione degli “Uomini Saggi”

2 Novembre 1967, guerra del Vietnam:

Il presidente statunitense Lyndon B. Johnson (Stonewall, 27 agosto 1908 – Stonewall, 22 gennaio 1973) convoca una riunione con un gruppo dei più prestigiosi leader nazionali, soprannominati “gli Uomini Saggi”, e chiede loro di suggerire delle metodologie razionalmente applicabili per unire il popolo americano affinché appoggiasse lo sforzo bellico. Questi conclusero che l’opinione pubblica necessitava di rapporti più ottimistici sui progressi della guerra, in modo tale da poter creare quell’unità di intenti necessaria a proseguire l’intervento bellico.

L’incontro fu segreto, e vide come protagonisti, oltre al presidente americano, alcuni dei leader più prestigiosi della nazione, chiamati per l’appunto “gli Uomini Saggi”. Questo gruppo comprendeva l’ex segretario di Stato Dean Acheson, il generale dell’esercito Omar Bradley, l’ambasciatore e diplomatico Averell Harriman, e l’ex ambasciatore nel Vietnam del Sud Henry Cabot Lodge.

Johnson chiese ai suoi fidi consiglieri di proporgli dei suggerimenti su come poter unire gli Stati Uniti, la popolazione, l’opinione pubblica, nello sforzo provocato dalla Guerra del Vietnam. Giunsero a una conclusione: l’amministrazione si sarebbe dovuta prodigare nell’offrire “modi di guidare la stampa per mostrare la luce alla fine del tunnel”. In effetti, decisero che al popolo americano sarebbero state date, da quel momento in poi, relazioni (manipolate) più ottimistiche.

Johnson avallò la proposta. L’amministrazione, che comprendeva il generale William Westmoreland, a Comando del MACV (Military Assistance Command, Vietnam), la struttura ufficialmente deputata ad organizzare e dirigere l’aiuto tecnico e militare al governo del Vietnam del Sud, iniziò così a dipingere un quadro più positivo della situazione nel Sud del Vietnam.

All’inizio del 1968 venne lanciato un imponente attacco, conosciuto come l’Offensiva del Têt. Questa fu un’operazione militare a sorpresa sferrata dall’esercito Nord-Vietnamita e dai Viet Cong. L’offensiva fu lanciata la notte del capodanno vietnamita (Tết Nguyên Ðán), cioè tra il 30 e il 31 gennaio 1968. Questo fu un momento decisivo della guerra del Vietnam; nonostante il mancato successo militare, costituì una grande vittoria morale e propagandistica per i Viet Cong e per il Vietnam del Nord, e provocò una grave crisi politica e psicologica negli Stati Uniti.

Anche quella volta ci fu il tentativo di dipingere una realtà distorta da parte dell’amministrazione americana. Stupefatti dal campo d’azione dell’attacco comunista, dopo che la stessa amministrazione aveva creato un’immagine raffigurante i progressi ottenuti nella guerra, molti americani cominciarono a mettere in discussione la credibilità del presidente, e il sentimento di chi si opponeva al conflitto aumentò notevolmente.

Entro poche settimane il presidente Lyndon Johnson decise di ritirarsi dalla vita politica e di arrestare l’escalation, iniziando colloqui di pace.

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