Gli effetti della Restaurazione in Russia e in Prussia

La Prussia, nel primo decennio del XIX secolo, durante le guerre contro Napoleone, avviò una lunga serie di riforme destinate a modificare l’assetto politico-istituzionale del Paese. A vittoria conseguita, l’opera riformatrice fu portata avanti e diede i suoi primi visibili risultati nella modernizzazione dell’agricoltura, e questo spinse i grandi proprietari terrieri a reclamare la liberalizzazione del mercato atta a consentire un’adeguata collocazione dei loro prodotti. Si abolirono quindi i dazi locali e le dogane interne, ma si tracciarono, contemporaneamente, le grandi linee di quella politica economica che nel 1834 costituì il “Deutscher Zollverein”, ovvero l’unione doganale che, comprendendo la Prussia, l’Assia, la Baviera, la Sassonia, la Turingia, il Wurttemberg, creò un’ampia area di libera circolazione delle merci. Insieme ai pur importanti temi dell’unificazione economica fu avanzata la richiesta dell’unità politica dei popoli di nazionalità tedesca: queste istanze si intrecciavano, nella cultura di quegli anni, con i motivi della rivoluzione romantica e con le aspirazioni liberali e costituzionali. In questo contesto si formarono le prime associazioni patriottiche studentesche e le prime organizzazioni politiche segrete.

La Russia aveva guadagnato enorme prestigio dalla guerra contro Napoleone. Sull’onda del successo lo zar Alessandro I si sentì addirittura investito da una missione politica e religiosa, legata all’idea che fosse il prescelto da Dio per liberare l’Europa dalla barbarie napoleonica, per far regnare sul continente un ordine politico conforme ai principi cristiani. Al Congresso patrocinò l’instaurazione in Polonia d’una monarchia costituzionale, della quale lui stesso cinse la corona; si fece difensore della libertà dei cristiani ortodossi della penisola balcanica soggetti all’impero ottomano. La liberazione dei Balcani sottintendeva l’espansione russa verso il Mediterraneo. Queste mire insospettirono l’Inghilterra che divenne perciò paladina dell’integrità dell’impero ottomano, stringendosi, contro le aspirazioni russe, al governo di Vienna. All’interno, tuttavia, la Russia non mutò il suo tradizionale assetto, mentre il resto del mondo si trasformava sotto le convergenti spinte della rivoluzione culturale, politica ed economica. Il dispotismo zarista, la miseria e la rassegnazione delle plebi rimasero i tratti caratteristici della realtà russa.

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