Il filellenismo e il mito dell’Ellade

Il filellenismo, ovvero quel sentimento politico e culturale che appoggiò la lotta dei Greci insorti contro il dominio turco, trasse indubbiamente alimento dalla suggestione che il mito dell’antica Ellade, patria della cultura e della libertà politica, esercitava all’interno degli ambienti intellettuali. La Grecia, con le sue arti figurative, la poesia, i romanzi che rinverdivano il fascino del Paese, era infatti una delle mete preferite di quei viaggi culturali che attraversavano l’Europa e che venivano considerati all’epoca essenziali per la formazione intellettuale di ogni giovane.

Il mito dell’Ellade venne diffuso largamente dall’opera di lord George Gordon Byron (Londra, 22 gennaio 1788 – Missolungi, 19 aprile 1824, poeta e politico inglese), “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo”. Il poema “offriva quella rappresentazione della Grecia che l’immaginazione romantica reclamava: secondo tale rappresentazione i Greci moderni discendevano dagli antichi; l’antica Grecia era una società ideale con i cittadini che conducevano un’esistenza eroica, virtuosa e filosofica in seno a una natura grandiosa; per rientrare nella storia questa antica Grecia aspettava solo la partenza dei Turchi”.

A onor del vero, bisogna dire che gli insorti greci non avevano molta affinità con gli abitanti dell’antica Ellade. Erano divisi in fazioni rivali; i loro capi spesso avevano come unica ambizione quella di sostituire i Turchi per esercitare le stesse funzioni e trarne gli stessi vantaggi. Ma gli Inglesi, che avevano studiato l’antica letteratura greca nelle università, credevano, come Byron, in un’Ellade ideale, e perciò si raffigurarono i briganti greci come gli antichi eroi delle Termopili. Questo romantico entusiasmo per una piccola nazione si combinò singolarmente con il realismo degli uomini di Stato inglesi. Il governo di Londra, che fino ad allora si era mostrato nemico di qualsiasi cambiamento nei Balcani per timore di dar adito a un rinnovato espansionismo degli zar, finì per sposare la causa del popolo greco attribuendogli la funzione d’una barriera contro l’aggressività russa. Accordatosi col governo di Parigi e con quello di Pietroburgo, promosse, alle spalle di Metternich, un intervento che si risolse a Navarino con la distruzione della flotta turco-egiziana. Con ciò si apriva la via all’indipendenza greca.

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