Enciclopedisti: Stato e Proprietà

Stato
Termine generico che designa una società d’uomini i quali vivono insieme, sotto un governo qualsiasi, felice o infelice. Si può pertanto definire lo Stato come una società civile in cui una moltitudine di uomini si unisce, alla dipendenza di un sovrano, al fine di godere, grazie alla sua protezione e alle sue cure, della sicurezza e della felicità che mancano nello stato di natura…
Si può considerare lo Stato come una persona morale, di cui il sovrano è il capo e gli individui sono le membra. Si attribuiscono così a questa persona certe azioni che le sono proprie, certi diritti distinti da quelli di ciascun cittadino e tali che uno o più cittadini da soli non potrebbero arrogarsi. Questa unione di più individui in un solo corpo, derivante dal concorso della volontà e della forza di ciascuno di essi, distingue lo Stato da una moltitudine. Perché una moltitudine non è che un’accolta di più persone, ciascuna delle quali ha una sua volontà individuale, mentre lo Stato è una società animata da un solo spirito che ne indirizza tutti i movimenti in maniera costante al fine dell’utilità comune. Ecco lo Stato felice, lo Stato per eccellenza.
A formare un tale Stato occorreva che una moltitudine di uomini si unisse in maniera tale che la conservazione degli uni dipendesse da quella degli altri, sì da farli sentire nella necessità di soccorrersi reciprocamente; ed occorreva che, mediante questa unione di forze e di interessi, essi fossero in grado di respingere facilmente le offese di fronte alle quali non avrebbero potuto garantirsi individualmente, di far osservare i propri doveri a coloro che tenderebbero a mancarvi e infine di operare più efficacemente per il bene comune.
In tal modo due fattori contribuiscono in maniera preminente a conservare lo Stato. Il primo è l’impegno stesso in base al quale i singoli si sono sottoposti al potere del sovrano, impegno al quale aggiungono forza l’autorità divina e il legame religioso del giuramento. Il secondo è l’istituzione di un potere superiore inteso a trattenere coloro che fossero portati a male azioni, con il timore delle pene che esso può infliggere. E’ dunque dall’unione delle volontà, sostenuta da un potere superiore, che si forma il corpo politico, o lo Stato, senza del quale una società civile sarebbe inconcepibile.
Avviene tuttavia del corpo politico come del corpo umano: occorre distinguere uno Stato sano e ben costituito da uno Stato malato. Le sue malattie possono derivare o dall’abuso di potere da parte del sovrano o dalla cattiva costituzione dello Stato stesso e le loro cause sono da ricercare nei difetti dei governanti o nei vizi del governo.

Proprietà
E’ il diritto proprio d’ogni individuo di cui è composta una società civile e di disporre dei beni che ha acquistato legittimamente.
Uno dei principali obiettivi degli uomini nel costituire delle società civili è stato quello di assicurarsi il tranquillo possesso dei vantaggi che avevano acquisito, o che avrebbero potuto acquisire, senza che alcuno potesse turbare il godimento dei loro beni. A tale fine ognuno ha consentito a sacrificare un’aliquota, che si definisce imposta, per la conservazione e il mantenimento dell’intera società, intendendo con ciò fornire ai capi che erano stati scelti i mezzi di tutelare ogni singolo nel godimento della parte che si era riservata. Per quanto grande abbia potuto essere l’entusiasmo degli uomini per i sovrani ai quali si sottomettevano, essai non hanno mai ritenuto di dare loro un potere assoluto e illimitato su tutti i propri beni, non hanno mai fatto conto di mettersi in condizioni di non lavorare altro che per codesti sovrani. L’adulazione dei cortigiani, ai quali non costa niente asserire ai principi anche più assurdi, è giunta talvolta a voler persuadere i regnanti che essi avevano un diritto assoluto sui beni dei loro soggetti, ma solo dei despoti e dei tiranni hanno voluto far proprie delle massime così irragionevoli. Il re del Siam, per esempio, pretende di essere proprietario di tutti i beni dei suoi sudditi, ma il risultato di un così barbaro principio di diritto è che il primo ribelle fortunato può dichiararsi proprietario dei beni del re del Siam. Ogni potere fondato solo sulla forza può essere distrutto con lo stesso mezzo. Ma negli Stati in cui si seguono le norme della ragione, le proprietà dei singoli sono sotto la protezione delle leggi, il padre di famiglia ha la garanzia di poter godere lui stesso e di poter trasmettere agli eredi i beni che ha accumulato con il suo lavoro, i buoni re hanno sempre rispettato il possesso dei loro sudditi ed hanno considerato il pubblico denaro loro affidato solo come un deposito, che non era permesso loro di stornare né per soddisfare le loro frivole passioni né per l’avidità dei loro favoriti o la rapacità dei loro cortigiani.

da L’Enciclopedia…

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