I Decabristi: l’avanguardia politica della Russia zarista

Il moto Decabrista del 1825 ebbe un grande e riconosciuto spessore culturale, e lasciò una traccia che sarebbe rimasta come ineludibile punto di riferimento nel pensiero politico russo. Per approfondire l’argomento, rimando a un articolo, sempre interno al blog, relativo al manifesto elaborato proprio dai Decabristi russi: http://ipercorsidellastoria.altervista.org/manifesto-dei-decabristi-russi/

Promosso dalle società segrete del Nord e del Sud, il moto, opera di cospiratori che per la maggior parte facevano parte dell’esercito, intendeva, attraverso un “pronunciamento” militare, trasformare il regime autocratico dello zar in un regime costituzionale, avviando così un profondo processo di rinnovamento del Paese, ritenuto quanto mai necessario. L’insurrezione fu preparata da un lungo e intenso periodo di riflessione, nutrita dalla conoscenza di realtà assai diverse da quella russa: dalla letteratura propagandata dagli illuministi italiani, dalle discussioni sulla Rivoluzione francese, dallo studio dei costituzionali europei e americani.

I progetti costituzionali elaborati in quel contesto rifletterono le posizioni dei due principali gruppi che diressero il moto. La Società del Nord, guidata da Nikita Murav’ëv (Grodno, 19 aprile 1845 – San Pietroburgo, 21 giugno 1900), elaborò il progetto di uno Stato federale nel quale trovavano sintesi la potenza nazionale e la libertà politica, sulla base del modello americano, pur tuttavia recante tracce di influenza girondina e facente riferimento alla Costituzione di Cadice. Assai più progredito il progetto promosso dalla Società del Sud, elaborato da Pavel Ivanovič Pestel (Mosca, 5 luglio 1793 – Isola dei Decabristi, 25 luglio 1826): si auspicava difatti la costituzione di una repubblica nella quale potessero armonizzarsi, sul filo dell’esperienza napoleonica, i principi giacobini e l’ordine politico. Il nucleo centrale del suo regime repubblicano e riformatore (che non doveva nascere da una insurrezione armata, bensì da un “pronunciamento” militare) sarebbe stato un governo provvisorio, capace di tenere nelle proprie mani la Russia almeno per una decina d’anni, operando una reale trasformazione sociale, affrontando l’urgenza della servitù nelle campagne, creando una prima, solida base al futuro governo rappresentativo, gettando le fondamenta degli istituti d’un governo popolare.

Due linee politiche profondamente diverse, quindi, quella della Società del Nord e della Società del Sud, che comunque, pur nelle divergenti soluzioni, rivelano come fossero intrecciate nella cultura russa del tempo la grande tradizione dei Lumi e le prime istanze del pensiero liberale dell’Ottocento.

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