Il Conciliatore, foglio scientifico-letterario

“Il Conciliatore, foglio scientifico-letterario”, è stato un periodico italiano, pubblicato a Milano con cadenza bisettimanale. Fondato nel 1818, il 17 ottobre 1819 venne soppresso dagli Austriaci. I finanziatori furono Luigi Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri, ricchissimi proprietari terrieri lombardi, di antica e nobile casata, che coinvolsero intellettuali a loro vicini, quali Silvio Pellico, Giovanni Berchet, Adeodato Ressi e Ludovico di Breme. Essi affidarono la pubblicazione allo stampatore Vincenzo Ferrario.

“Il titolo intendeva esprimere la volontà di assumere posizioni non radicali né in politica né in letteratura, ma di fatto l’orientamento si precisò rapidamente in senso romantico e progressista anti-austriaco, oltre ad opporsi ai pregiudizi e alle forze ostacolanti quello spirito liberale propulsivo per il progresso europeo. Il “programma” del periodico prevedeva un indirizzo multidisciplinare, aperto anche a “materie utili” come l’economia, la tecnica, il diritto.

Il piano redazionale comprendeva:
Scienze morali;
Letteratura e critica;
Statistica, economia, manifatture, agricoltura, arti e scienze
Varietà.

È possibile perciò riconoscere una linea di continuità con l’altro importante periodico milanese di qualche decennio prima, Il Caffè”. (fonte: Wiki)

Il Romanticismo lombardo, a differenza del modello tedesco, al quale pure si ispirava, non fu affatto contrario alla cultura dei Lumi, e anzi riprese il programma avviato nel Settecento dal gruppo che aveva fondato il periodico “Il Caffè”, con l’ammirevole obiettivo di collegare intimamente la cultura italiana dell’epoca alla contemporanea cultura europea e, contemporaneamente, connettere l’attività letteraria con la vita sociale in ogni suo aspetto. Compaiono dunque nel “Conciliatore” articoli di economia, di tecnica, di statistica, di geografia, oltreché di letteratura, mentre al di là del programma illuministico-riformatore si colloca il dichiarato proposito di dare ai lettori una consapevolezza innovativa delle loro responsabilità civili e dei diritti a loro disposizione, indicando, neanche troppo sommessamente, una soluzione politica unitaria per il futuro prossimo. Si intuisce perciò come la censura governativa abbia reso difficile la vita del giornale fino a costringere i suoi promotori e collaboratori a sospenderne le pubblicazioni.

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