Ma la posizione marxista è ancora più complessa e non si limita a considerare l’ideologia come falsa coscienza, cioè come deformazione della realtà che maschera le contraddizioni insite nella società. Il rapporto tra il modo di produzione e le idee prevalenti nella società è, almeno concettualmente, semplice, ma diventa complesso quando viene messo in pratica, andando a coinvolgere la coscienza o la percezione individuali: “il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza” [Marx 1859].
L’approccio marxista alla questione ideologica è funzionale al tentativo di rispondere al quesito seguente: perché la gente vuole quel che vuole? Cosa determina la volontà? Viene respinta in tal senso la tesi pluralista secondo cui la gente è il miglior giudice dei propri interessi e dei propri desideri. Persino Herbert Marcuse, eminente neo-marxista, pur essendo convinto che gli individui siano in ultima analisi i migliori giudici dei propri interessi, sostiene anche che ciò accade quando essi sono liberi di dare una risposta, cioè quando non sono indottrinati. I marxisti, in ultimo, concepiscono l’interesse come un vantaggio nel senso di avere un utile in qualcosa.
Questo è il concetto marxista di ideologia.