Ed è proprio a questa linea che deve essere ricondotto il pensiero dell’ala illuministica del classicismo italiano, che, contro i romantici, pone al centro delle proprie esigenze di riforma culturale il materialismo, il laicismo e il sensismo (il sensismo è un termine che designa quelle dottrine filosofiche che riportano ogni contenuto e la stessa azione del conoscere al sentire, ossia al processo di trasformazione delle sensazioni, escludendo in tal modo dalla conoscenza tutto quello che non sia riportabile ai sensi. A volte viene usato come suo sinonimo sensualismo, che però trova definizione diversa. Fonte: Wiki).
Su tale linea si pone l’interprete più significativo e originale del mondo, ovvero il Leopardi. Egli, mentre testimonia, attraverso la sua esperienza intellettuale e poetica, un rifiuto netto e desolato della nuova definizione che si stava dando la società europea, rivendica, per contro, di fronte alla meschinità del presente, la sana e pura primitività degli antichi, dominati da illusioni magnanime; e nella sua avversione illuministica per la barbarie e l’ignoranza medioevali non esita a contrapporre loro il mito dell’antichità classica e l’esaltazione di Atene e Roma in funzione progressiva, laica e libertaria.