Bismarck, il Cancelliere di Ferro

30 luglio 1898: muore Otto Eduard Leopold von Bismarck-Schönhausen.

Bismarck fu Primo ministro della Prussia dal 1862 al 1890. Nel 1867 divenne il capo del governo della Confederazione Tedesca del Nord. Nel 1871 fu l’artefice della nascita dell’Impero tedesco, divenendone il primo Cancelliere.

Bismarck è considerato tutt’oggi dalla maggior parte degli storici come uno dei politici più abili nel campo della diplomazia, in quanto riuscì abilmente a mantenere rapporti di convenienza con buona parte degli stati europei proseguendo comunque nella sua attività di ingrandimento e di rafforzamento della Germania. Ebbe indubbiamente un ruolo fondamentale nella formazione geopolitica dell’Europa moderna.

Già da ventenne, Bismarck aveva mostrato di essere fortemente interessato alla diplomazia, quando lavorò per alcuni anni nell’amministrazione pubblica. Nel 1847 si fece notare durante gli Stati provinciali convocati dal re di Prussia Federico Guglielmo IV. Alle nuove elezioni politiche, Bismarck divenne per la prima volta parlamentare. Nel 1850 fu ripristinata la Confederazione germanica. Gli equilibri erano cambiati all’interno di questa, e la Prussia aveva dovuto accettare di essere di fatto subordinata all’Austria.

Bismarck aveva sostenuto con convinzione la necessità di collaborare con l’Austria e per questo gli fu dato il compito di rappresentare gli interessi della Prussia nella confederazione. Federico Guglielmo IV, che appoggiava le sue politiche, fu sostituito da suo fratello Guglielmo che lo allontanò per alcuni anni, dandogli ruoli di minore importanza. Ci fu poi un progressivo riavvicinamento, e nel 1862 Bismarck fu nominato Primo ministro prussiano. Una delle prime cose che decise fu di non partecipare a una importante riunione della Confederazione per riformare la Costituzione su iniziativa del governo austriaco.

Bismarck stava facendo di tutto per provocare l’Austria e sciogliere di conseguenza la Confederazione. Nell’aprile del 1866 diede vita a un’importante alleanza con l’Italia, impegnandosi ad entrare in guerra contro l’Austria qualora la penisola fosse stata attaccata dalla Prussia, mentre la Prussia si impegnava a stringere una pace con l’Austria solo nel momento in cui questa avesse ceduto il Veneto all’Italia. Dopo avere ottenuto dalla Francia la neutralità, l’Austria reagì chiedendo agli stati della Confederazione di mobilitarsi contro la Prussia. Bismarck a quel punto ne approfittò subito e dichiarò finita la Confederazione, inviando ultimatum a tutti gli altri Stati tedeschi in modo che non accettassero le richieste di guerra dell’Austria. Iniziò la guerra, durò due settimane e si concluse con una dura sconfitta per gli austriaci.

I successivi accordi stretti da Guglielmo I con l’Austria portarono al suo ritiro dalla Confederazione germanica e alla nascita della Confederazione Tedesca del Nord sotto la guida della Prussia. L’anno seguente Bismarck fece approvare la nuova Costituzione, funzionale al suo piano di rafforzamento interno della Confederazione da poco costituita. Nel 1868 gli stati meridionali votarono contro l’unificazione, e Bismarck comprese che era necessario trovare un appiglio esterno per smuovere le cose. La guerra con la Francia (abilmente provocata dal cancelliere) del 1870 rappresentò l’occasione ideale.

Difatti la Germania, dopo la vittoria e il successivo completamento dell’unificazione nazionale, divenne la potenza egemone dell’Europa centrale, forte di un apparato industriale in rapida crescita e di un esercito di prim’ordine.

Grazie alla guerra, Bismarck era dunque riuscito a unificare buona parte della Germania, di cui divenne Cancelliere. Negli anni seguenti si dedicò a rafforzare l’unità nazionale e il suo peso politico a scapito del Parlamento. Nel 1879 ottenne l’approvazione di leggi anti-socialiste e nuove regole per il protezionismo, che gli permisero di tornare a occuparsi in modo più incisivo di politica estera.

Nel 1881 il Cancelliere di Ferro ottenne quello che da molti storici viene ritenuto il suo più importante successo di politica estera. Convinse difatti Austria e Russia a firmare un patto di neutralità con la Germania: i tre paesi si impegnavano a non attaccarsi nel caso in cui uno di loro fosse stato attaccato da un altro stato. Bismarck si assicurò in questo modo la pace a Oriente, rendendo più gestibile la politica ancora turbolenta a Occidente con la Francia che proseguì a fasi alterne. Il patto a tre fu sostituito nel 1887 da un nuovo accordo per tenere sotto controllo i rapporti sempre più tesi tra Austria e Russia: la Germania si impegnava ad attaccare la Russia solo se questa avesse attaccato l’Austria, mentre la Russia si impegnò a fare guerra alla Germania solo se questa avesse attaccato la Francia.

L’anno seguente divenne imperatore Guglielmo II: aveva appena 29 anni e Bismarck pensava di poterlo controllare facilmente, ma finì con uno scontro politico che durò un paio di anni. Nel 1890 Bismarck rassegnò le sue dimissioni da cancelliere e si ritirò in Pomerania, dove morì otto anni dopo.

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