Il nuovo assetto della penisola italiana

Anche in Italia il principio di legittimità proclamato dal Congresso di Vienna fu applicato con puntualità zelante e burocratica, con i vecchi sovrani che rapidamente furono insediati nei loro Stati alla cui consistenza territoriale fu apportata solo qualche lieve modifica di non grande rilevanza. Le principali vittime del nuovo assetto definito furono le antiche repubbliche di Genova e di Venezia. I diplomatici non esitarono, inoltre, a cancellare anche quel Regno d’Italia che, voluto da Napoleone, era stato uno dei centri dinamici e propulsivi della nuova storia della penisola italiana. Quelli che erano stati i suoi territori furono divisi tra quattro Stati: il regno del Lombardo-Veneto, assegnato all’Austria; i due piccoli ducati di Modena e di Parma, nella Valle padana; lo Stato pontificio, cui andarono le regioni settentrionali appenniniche e adriatiche.

Qui di seguito riportiamo schematicamente le ripartizioni territoriali applicate nella nostra penisola dopo il Congresso di Vienna:
– All’Austria furono assegnati i territori ex cisalpini della Lombardia e del Veneto, che sarebbero stati governati da un arciduca austriaco col titolo di viceré;
– Vittorio Emanuele I, re del Piemonte e della Sardegna, recuperò la Savoia a spese della Francia e si allargò con i territori della repubblica ligure e dell’altro Novarese;
– a Ferdinando IV di Borbone fu restituito il regno di Napoli, che nel 1816 formò un unico regno assieme alla Sicilia. Il sovrano assunse il titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie;
– lo Stato pontificio tornò sotto la piena sovranità del papa Pio VII, seppur privo di Avignone, a vantaggio della Francia;
– il granducato di Toscana fu restituito a Ferdinando III di Lorena, fratello dell’imperatore d’Austria, accresciuto di Piombino e dello Stato dei Presidi ceduti dal re di Napoli;
– il ducato di Modena e Reggio tornò a Francesco IV di Asburgo-Este;
– il ducato di Parma e Piacenza fu assegnato a titolo vitalizio a Maria Luisa d’Asburgo, consorte di Napoleone, con l’intesa che alla sua morte esso sarebbe tornato ai Borbone-Parma passati a titolo temporaneo nel ducato di Lucca, ove fu soppressa l’antica repubblica. Con la morte di Maria Luisa, Lucca sarebbe stata annessa al granducato di Toscana.

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